Amori, galeotti, madri. Un anno benedetto dalla mano di Sorrentino

Grandi il melodramma di Pedro Almodóvar e l'Hopkins malato. E una Napoli da brividi

Amori, galeotti, madri. Un anno benedetto dalla mano di Sorrentino

10) Lei mi parla ancora Tratta dall'omonimo libro di Giuseppe Sgarbi, la pellicola racconta la storia d'amore tra Nino (uno strepitoso Renato Pozzetto) e Caterina (Stefania Sandrelli), dal momento della morte di lei. Risultato? Uno dei migliori Avati di sempre, delicato, magistralmente interpretato.

9) Pieces of a Woman Un lunghissimo piano sequenza iniziale mostra una madre che, dopo aver partorito e abbracciato per pochi secondi la sua neonata, la vede morire. Una tragedia che lascia senza fiato, merito di una grande Vanessa Kirby, per un film che ti tocca dentro.

8) La terra dei figli Figlio (che bravo Leon De La Vallée) si muove in una Italia apocalittica, dove tutto è sommerso dalle acque, colpa anche dei veleni che ci hanno fatto regredire. I più deboli soccombono, il baratto è moneta di scambio e le rare donne sono trattate come bestie. Comprimari eccezionali, scrittura perfetta, regia impeccabile.

7) Don't look up Due scienziati si accorgono che un meteorite entro pochi mesi si schianterà sulla Terra, provocando l'estinzione di tutti. Come reagiranno le persone? Ironia allo stato puro per denunciare la deriva dei media e la politica legata ai consensi. Montaggio frenetico, attori in stato di grazia, riflessioni e risate. Bravo McKay.

6) Madres paralelas Due donne si conoscono in ospedale, mentre partoriscono. Dalla vita complicata, si ritroveranno, a distanza di tempo, mentre un segreto le unirà ancora di più. Pedro Almodóvar firma un melodramma, con ampio respiro politico, che commuove ed emoziona. Un film che andrebbe fatto vedere ad alcuni intellettuali italiani, sempre più concentrati a scontrarsi sui fantasmi di quel che è stato, invece che a pensare a quel che sarà.

5) Freaks Out Quattro «scherzi della natura», nella Roma del 1943, lavorano in un circo, formando una stramba famiglia, mentre i nazisti occupano la Capitale. Eppure, Mainetti riesce a trasformare il dramma in favola surreale, tra umanità e disumanità, per un romanzo di formazione esaltato da una realizzazione kolossal. Applausi convinti anche al cast.

4) Ariaferma Smantellano un carcere, ma, al momento, dodici detenuti restano in attesa di trasferirsi, controllati da alcuni agenti. Occasione di confronto tra «buoni» e «cattivi», per scoprire come, in fondo, il detenuto più pericoloso (Orlando) e l'agente più tollerante (Servillo) siano più simili di quanto si pensi. Grande film italiano.

3) Illusioni perdute Nella Parigi del 1821, un ambizioso e arrogante giovanotto deve fare i conti con corruzione, nobiltà classista, giornalisti in vendita, applausi comprati. Il tutto per farci scoprire come, in duecento anni, nulla sia cambiato. Un vero capolavoro, firmato Xavier Giannoli.

2) The Father Hopkins è sublime nel rappresentare, nello smarrimento di un anziano affetto da demenza senile, il concetto della volubilità del tempo che la nostra mente può manipolare, contrarre, espandere, confondere. Vincitore morale dell'Oscar (che almeno Hopkins ha vinto), punito da un tema, l'Alzheimer, lontano da ogni «ismo» che, grazie alla spinta delle giurie liberal, significa statuetta sicura.

1) È stata la mano di Dio È italiano, a nostro giudizio, il film più bello del 2021.

Sorrentino firma un titolo autobiografico, sofferto, molto intimo, maturo e, per certi versi, coraggioso, nel quale ripercorre la sua adolescenza, prima spensierata e ricca di amore, poi travolta, a 16 anni, dalla perdita dei genitori. Un Amarcord partenopeo da brividi.

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