Andrea e Alberto distrutti da intrighi e giro di soldi

Il principe Andrea e il principe Alberto di Monaco si trovano, seppur in ruoli diversi, al centro di due cicloni mediatici scaturiti dalla sete di potere e di denaro

Andrea e Alberto distrutti da intrighi e giro di soldi

I soldi e il potere sarebbero alla base di due potenziali scandali, rivelati dalla stampa a poche ore l’uno dall’altro, che rischiano di destabilizzare le più famose monarchie europee: i Windsor e i Grimaldi. Nel primo caso il protagonista è di nuovo il principe Andrea, che per ora non è stato accusato di nulla, ma il cui nome è stato associato a un procedimento per truffa. Nel secondo troviamo un principe Alberto indebolito da un presunto complotto ai danni del Principato di Monaco, che non avrebbe risparmiato nemmeno la principessa Charlene.

“Intermediari d’affari”

A pochi giorni di distanza dal Service of Thanksgiving in memoria del duca di Edimburgo, durante il quale il principe Andrea ha sollevato un polverone scortando la madre nell'Abbazia di Westminster, il Telegraph accende la miccia per un nuovo, potenziale scandalo che coinvolgerebbe il principe Andrea e getterebbe ancora fango sui Windsor. I nomi del duca di York e dell’ex moglie Sarah Ferguson sarebbero stati citati durante un procedimento dell’Alta Corte di Londra. I due sarebbero stati degli “intermediari d’affari” per conto di un banchiere turco, Selman Turk, accusato di frode. Al centro della vicenda ci sarebbe una facoltosa donna turca, Nebahat Isbilen. Quest’ultima ritiene di essere stata truffata dal banchiere che, nel novembre 2019, le avrebbe chiesto di versare un’ingente somma di denaro sul conto del principe Andrea per ottenere il passaporto britannico. Non è la prima volta che la royal family si ritrova invischiata in questioni di cittadinanze e passaporti. Da questa prospettiva è impossibile dimenticare il recente scandalo “Cash for Honours”, in cui è stato coinvolto l’ex valletto del principe Carlo, Michael Fawcett. Certo, i due casi sono molto diversi tra loro, ma questo dettaglio non trascurabile li accomuna.

Questione di soldi

Sembra che Nebahat Isbilen abbia versato 750mila sterline che, le avrebbe assicurato Selman Turk, sarebbero servite come “regalo” per le nozze della principessa Beatrice. In tutto l’imprenditore avrebbe sottratto alla presunta vittima circa 40 milioni di sterline (48 milioni di euro). Una vera fortuna. Circa 1,1 milioni di sterline sarebbe finito sul conto del principe Andrea il quale, però, avrebbe restituito tutto senza spiegare da dove provenisse il denaro, né come fosse arrivato nelle sue tasche. Inoltre il nome del banchiere Selman Turk ritorna nell’iniziativa creata dal principe Andrea nel 2014, la “Pitch@Palace”, per far crescere le imprese britanniche con l’aiuto di investitori internazionali. Troppi misteri che alimentano le indiscrezioni e le domande sul ruolo del duca di York in questo nuovo, potenziale scandalo. A tutto ciò si aggiunge anche una presunta gaffe di Sarah Ferguson che, scrive il People, nei giorni scorsi avrebbe pubblicato dei post su Instagram firmati da “Sua Altezza reale il Duca di York”. Ma Andrea non è più altezza reale. I post sarebbero stati prontamente rimossi, ma il danno d’immagine resta. Mancano solo due mesi al Giubileo di Platino per i 70 anni di regno della regina Elisabetta e il suo terzogenito fa ancora parlare (in negativo) di sé. Non un bel modo per festeggiare Sua Maestà.

La guerra finanziaria

Il Principato di Monaco si troverebbe al centro di un gigantesco complotto che mirerebbe a danneggiare il principe Alberto e a mettere le mani sui vantaggiosi affari immobiliari di questa perla del Mediterraneo. Il fulcro dell’intrigo sarebbe in un sito Internet che ha pubblicato dei documenti, ribattezzati “Dossier du Rocher”, in cui verrebbero svelate le presunte faide tra i potenti uomini d’affari del Principato. Il sito si concentra su quattro personaggi di spicco, tutti uomini di fiducia di Alberto II: Didier Linotte, presidente francese della Corte suprema monegasca, il commercialista e amministratore delle proprietà di Alberto II Claude Palmero, il capo di Gabinetto del Sovrano Laurent Anselmi e l’avvocato di Alberto II, Thierry Lacoste. Il portale li definisce “una sorta di G4 discreto e tentacolare” che agirebbe alle spalle di Sua Altezza Serenissima, che rimane “sullo sfondo, un sovrano ingenuo e antiquato”. Questi quattro nomi così influenti si sarebbero coalizzati contro Patrice Pastor, il proprietario di importanti imprese immobiliari nel Principato. La presa di posizione per limitare il potere di Pastor avrebbe innescato una vera e propria guerra finanziaria che rischia di destabilizzare Alberto e il Principato.

Lotta di potere

Le Monde ha avviato un’inchiesta giornalistica per saperne di più su questo presunto complotto e sui suoi meccanismi, basandosi sui dossier pubblicati dal sito web. “I documenti sembrerebbero autentici, hackerati dalle caselle postali dei diretti interessati”, ha detto il giornale, che ha preso in considerazione le email comprese tra il 2010 e il 2021. I protagonisti, però, hanno bollato l’intera vicenda come “spazzatura”. Le Monde, citato anche da Affari Italiani, ha scoperto cose interessanti, benché nel quadro generale ci siano ancora troppi punti oscuri: “Monaco ha 4,8 chilometri di costa, solo 200 ettari di terreno, 38mila abitanti, di cui 8mila monegaschi…il prezzo record mondiale al metro quadrato”, ovvero 100mila euro e, per questo, "il terreno di caccia preferito dei costruttori”. Tra questi i più importanti sono il già citato gruppo Pastor (il più grande e gestito da monegaschi), il gruppo Marzocco e il gruppo Caroli (entrambi di origine italiana). I tre nomi si farebbero i classici sgambetti tra di loro, pur di ottenere più potere e guadagni, (piccolo dettaglio di gossip: i Pastor e i Marzocco si sono imparentati nel 2012, ma questo non avrebbe portato neanche lontanamente portato a una tregua tra i gruppi). A muovere le pedine di questo grande gioco di soldi e interessi, stando al sito web, troveremmo i quattro collaboratori del principe Alberto. In ballo ci sarebbero due miliardi di euro.

“Gonfiare” il mercato

Dai dossier pubblicati dal misterioso sito web sembrerebbe che pur di continuare a costruire nel Principato di Monaco, gli immobiliaristi avrebbero addirittura “gonfiato” il mercato, come spiega molto bene Affari Italiani. In questo modo avrebbero dato vita a un giro di soldi apparentemente infinito, in continuo movimento e nel quale i famosi quattro uomini di Alberto II avrebbero enormi interessi. Il Principato è un piccolo Stato, come abbiamo visto, sebbene redditizio in termini economici (per turismo, immobili e via di seguito). Ciò vuol dire che non si può edificare in eterno. Quindi i gruppi immobiliari avrebbero escogitato uno stratagemma: costruire edifici, demolirli, ricostruirli di nuovo ampliandoli e apportando degli abbellimenti che aumentino il loro valore di mercato. Da qui avrebbe origine il ginepraio di faide, nomine, presunte speculazioni che rischia di far tremare alle fondamenta il Principato di Monaco.

La reazione del principe Alberto

“Condanno fermamente questa campagna diffamatoria e anonima di menzogne e calunnie che ha come obiettivo diversi collaboratori del Principato. Attaccando queste persone, è al Principato che si vuole arrivare, è una manovra di destabilizzazione”, ha rivelato il principe Alberto a Le Monde, dichiarandosi “in collera”. Sua Altezza Serenissima crede che i “Dossier du Rocher” facciano parte di un complotto più ampio che mirerebbe a indebolire lui e il suo Stato. Infatti in questo intrigo sarebbe stata trascinata anche Charlene. I suoi seri problemi di salute sono inevitabilmente un punto debole di Alberto, un’occasione allettante e facile da sfruttare per colpire il Principato il più violentemente possibile. Secondo Alberto tutti i pettegolezzi sorti attorno a Charlene e alle sue condizioni salute farebbero parte di questo intrigo orchestrato, forse, per bloccare la modernizzazione dello Stato. Fin dal suo primo giorno sul trono, nel 2005, il principe Alberto ha cercato di mettere ordine negli affari del Principato e all’inizio di quest’anno ha anche rinnovato il consiglio di Gabinetto. Può darsi, ma rimaniamo nel campo delle ipotesi, che a qualcuno non piaccia questa attitudine riformatrice di Alberto II.

Tuttavia nessuno sa chi ci sia dietro al sito web che ha diffuso i dossier, perché lo abbia fatto. Sono in corso due inchieste giudiziarie, una monegasca e una francese, che stanno cercando di vedere più chiaro in questo caso intricato.

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