
La Corte Costituzionale impone lo stop al terzo mandato dei governatori regionali. La sentenza arriva in serata, alla fine di un confronto serrato che va in scena tra gli avvocati dello Stato e quelli della Regione Campania, dopo che la presidenza della Repubblica aveva impugnato la legge regionale campana che escludeva dal computo dei mandati rilevanti, ai fini dell'applicazione del divieto di terzo mandato, «quelli precedenti a quello in corso all'entrata in vigore della legge regionale». Un meccanismo che, in sintesi, avrebbe consentito a Vincenzo De Luca di ricandidarsi per la terza volta.
Per la Consulta questo aggiramento di fatto della norma nazionale è inammissibile. Il divieto del terzo mandato consecutivo «opera, infatti, per tutte le Regioni ordinarie dal momento in cui esse hanno adottato una qualsiasi legge in materia elettorale, nel contesto di una scelta statutaria a favore dell'elezione diretta del presidente della Giunta regionale».
La reazione del governatore campano è improntata a una polemica ironia. «È stata accolta una tesi strampalata che ha fatto inorridire autorevoli costituzionalisti. La buona notizia è che ci sarà molto lavoro per gli imbianchini. Si dovrà infatti cancellare in tutte le sedi giudiziarie del Paese la scritta: la legge è uguale per tutti». Forza Italia, invece, con Fulvio Martusciello, apre le porte agli uomini vicini al governatore uscente. «Siamo pronti a offrire loro una casa in cui non sentirsi ospiti». E Antonio Misiani, commissario Pd in Campania, chiede di «aprire una pagina nuova in Campania, anche con chi ha guidato la Regione in questi anni».
C'è poi la questione Veneto. Luca Zaia contesta la tesi di chi vorrebbe applicare la sentenza anche alla sua regione. «Siamo di fronte a un Paese che, in alcune delle proprie norme, vive nell'ipocrisia. La sentenza, di natura tecnica, riguarda la Regione Campania. La Corte afferma che questo principio si applica a tutte le Regioni che si sono dotate di una legge elettorale. Cosa accade nelle Regioni che non l'hanno adottata? La Corte distingue tra Regioni ordinarie e a statuto speciale. Queste ultime non sono vincolate al limite dei mandati. È emblematico che proprio oggi la Provincia autonoma di Trento abbia giustamente approvato una norma che consente il terzo mandato. Questo apre una riflessione più ampia, di natura politica: siamo di fronte a un sistema che presenta evidenti contraddizioni e disparità. Il blocco dei mandati vale solo per alcune Regioni e solo per alcuni sindaci. Tutte le altre cariche istituzionali non sono soggette ad alcun limite di mandato. É evidente che dietro la normativa attuale si celano motivazioni politiche».
Curiosamente proprio nelle ore in cui il confronto giuridico è in corso, si apre un'altra falla. A Trento viene votato il via libera al Fugatti ter, grazie ai voti di due esponenti di Fratelli d'Italia.
Il Consiglio provinciale infatti approva il disegno di legge che aumenta da due a tre i mandati massimi consecutivi per i presidenti della Provincia autonoma di Trento. Un voto che ribadisce una volta di più la posizione della Lega, fermamente contraria al limite dei mandati.
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