Al Bano Carrisi non ha trovato nulla di ironico nell’apprendere, poche settimane fa, di essere stato inserito nella “black list” dell’Ucraina come minaccia alla sicurezza nazionale, a causa di Vladimir Putin. Nella “black list” figurano nomi di criminali e terroristi e Al Bano, ovviamente, non accetta di essere giudicato alla stregua di un delinquente. L’Agenzia Interfax, come riporta "La Repubblica", spiega che su questa lista vi sono 147 nomi tra cui anche quello del cantante di Cellino San Marco.
All’inizio di questa vicenda tutti, dai giornalisti all’opinione pubblica, hanno pensato che si trattasse di una bufala. Invece è la verità: Al Bano e Romina, così come molti altri cantanti italiani, tra cui I Ricchi e Poveri, i Matia Bazar, Pupo, Toto Cutugno (protagonista, in questi giorni, di una disavventura simile), sono molto famosi nei Paesi dell’ex Unione Sovietica fin dagli anni Ottanta, quando le loro canzoni riuscirono a penetrare la cortina di ferro. Al Bano, poi, non ha mai nascosto la sua stima per il presidente russo Putin: “Se Putin è bravo io lo dico. Non c’è un’amicizia, ma una semplice conoscenza, favorita anche dal fatto che lui è presidente onorario della Federazione internazionale dello judo e io ne sono ambasciatore nel mondo. Ho cantato per lui, ma anche per tanti altri capi di Stato…sono un uomo di pace, non di guerra” ,come riporta La Repubblica.
Per quanto riguarda l’Ucraina, invece, il “leone” di Cellino ha le idee chiare, come rivela "Novella 2000": “Anche in Ucraina ho sempre avuto rapporti distensivi con i governi precedenti a questo. Vorrei che fosse chiaro che sono solo un cantante e certo non mi esibisco in giro per il mondo per distruggere o salvare questo o quel determinato Paese”. Al Bano ha sempre sostenuto di non avere nulla contro l’Ucraina, ma ha deciso, dopo l’inserimento nella lista nera, di rivolgersi al suo legale, Cristiano Megaletti e portare la vicenda fino a Strasburgo, alla Corte europea dei diritti dell’uomo, chiedendo un risarcimento e ribadendo che l’eventuale ricavato verrà devoluto in beneficenza proprio a un ente ucraino.
“Libero Quotidiano” raccoglie le dichiarazioni di Megaletti in proposito: “Non ci fermeremo, andremo fino a Strasburgo perché questo può diventare un pericoloso precedente. Al Bano è cittadino del mondo e amici di tutti, deve essere libero di andare in Ucraina.
Chiediamo al nostro governo di intervenire immediatamente perché hanno ingiustamente attaccato il simbolo della canzone italiana…questa vicenda non deve essere trattata con superficialità e ironia, ma va dibattuta con la rabbia di chi si trova a subire un’enorme ingiustizia”.Per il momento, però, Al Bano Carrisi spera che le cose possano risolversi da sole e che il suo nome venga cancellato dalla lista nera Ucraina.
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