Sono tante le donne famose che hanno prestato il proprio nome in favore di battaglie contro la violenza sulle donne. La lista è lunga, ma tra i primissimi posti rientra senza dubbio Barbara De Rossi, attrice e conduttrice tv che nei suoi programmi ha dato voce a centinaia di vittime. Molte hanno trovato il coraggio di denunciare grazie al suo aiuto, “molte altre invece hanno ancora troppa paura e non riescono a superare quel muro di vergogna”. È il suo cruccio, solo per questo un giorno tornerebbe a condurre un programma nel piccolo schermo, come racconta in un’intervista a 360 gradi a ilGiornale.it. Intanto però raccoglie un altro premio, questa volta dedicato all’intramontabile Massimo Troisi. L’occasione è quella della decima edizione del Marefestival nella bellissima isola di Salina. Il motivo del riconoscimento: i numeri della sua carriera… 26 film, 40 fiction e 18 programmi tv.
Cosa dire? Complimenti…
“Beh, grazie. Fa sempre piacere ricevere un premio, sfido qualsiasi attore ad affermare il contrario. E poi per me questo è il secondo Troisi, il primo l’ho ricevuto al festival di San Giorgio a Cremano”.
Ma che attore era Massimo Troisi?
“Era dolce e divertente, ma anche qualcosa di più. Non tutti i comici riescono ad interpretare ruoli diversi. Lui invece aveva una sensibilità, una poesia e una malinconia che appartiene solo ai più grandi”.
Lo conosceva?
“Sì, l’ho conosciuto quando avevo 20 anni. Eravamo un gruppo affiatato di artisti alle prime armi. C’erano Alessandro Haber, Massimo Ghini… e spesso con Troisi ci incontravamo ai raduni della nazionale di calcio degli attori. Arrivava, si sedeva in panchina e impartiva ordini, ovviamente sempre col sorriso. Ma sa cosa mi dispiace?”.
Cosa?
“Non aver avuto mai la possibilità di lavorare con lui. Basta guardare Il Postino per capire di che pasta era fatto…”.
Un film irripetibile…
“Un film unico. A me sarà capitato di vederlo almeno 15 volte, mi impressiona sempre per le emozioni e le sfumature che trasmette”.
C’è un nuovo Troisi oggi?
“Non credo ci sia. Il cinema italiano è fatto da bravissimi attori, ma uno come Massimo è impossibile trovarlo. Ma non ha senso fare paragoni perché ognuno lascia una propria impronta”.
Quando parla di bravissimi attori a chi si riferisce?
“A Favino, Accorsi, Kim Rossi Stuart… insomma i talenti non mancano, anche nella regia. Penso a Muccino che per me è straordinario”.
E allora cosa manca?
“Beh, manca la capacità di creare industria come invece fanno gli americani. Abbiamo un problema…”.
E cioè?
“Non abbiamo grandi produttori in grado di investire e di rischiare. Abbiamo tantissimi giovani con progetti e idee valide che probabilmente non vedranno mai realizzati i propri sogni. Le film commission regionali stanziano fondi, ma non bastano…”.
Pochi soldi dunque... e allora come se ne esce?
“Bella domanda. Il rinnovamento dovrebbe forse partire dalla politica perché, purtroppo, troppo spesso è proprio la politica ad entrare lì dove non dovrebbe”.
Lei che rapporto ha con la politica?
“Non ho mai avuto una tessera di partito. Non sono mai stata a favore di questo o quello schieramento. Credo di non avere alcun pregiudizio...".
In che senso?
"Se penso che una cosa sia giusta, l’appoggio a prescindere dal partito che la propone”.
Lei si è sempre impegnata a favore delle donne… crede che nei posti che contano ce ne siano troppo poche?
“Anche in politica iniziano ad avere sempre più peso. Certo, spero un giorno di vedere un presidente della Repubblica o un presidente del Consiglio donna. Resta il fatto che le donne debbano ancora dimostrare tre volte quello che sanno fare”.
E nella lotta alle violenze a che punto siamo?
“Nei programmi che ho condotto in tv, ho sempre dato voce alle vittime. Purtroppo ancora oggi molte donne hanno timore di denunciare e questo accade perché le loro denunce finiscono in un nulla di fatto. Ma lo sa che in alcuni luoghi non vengono applicati i braccialetti perché costano troppo? E sa cosa viene detto a molte donne che denunciano minacce?”
Cosa?
“Non le possiamo far nulla se prima quell’uomo non le fa qualcosa. Ha capito? È una situazione assurda diffusa ancora oggi. Il personale che accoglie le vittime di violenza va formato. Vanno formate le forze dell’ordine, ma anche i giudici perché non sempre hanno la preparazione e la sensibilità giusta per offrire un aiuto”.
Lo stesso discorso vale per gli stupri?
“Certo, ha mai sentito l’arringa di Tina Lagostena Bassi? Correvano gli anni ’70 e l’avvocato Lagostena Bassi difendeva le vittime nella sua arringa non solo dagli artefici della violenza, ma anche dai loro legali che provavano a dimostrare atteggiamenti sconvenienti da parte delle ragazze…”.
Siamo ancora a quel livello?
“Direi di sì, nel pensiero comune spesso si annida il pregiudizio che la donna in fondo un po’ se la sia cercata”.
Ha visto il video di Beppe Grillo in difesa di suo figlio, accusato di un stupro di gruppo?
“Sì, ha sbagliato. Penso però abbia agito da padre in un attimo di disperazione. Purtroppo nei processi per stupro a volte le procedure andrebbero semplicemente applicate”.
Mi faccia un esempio...
“Le testimonianze delle donne dovrebbero avvenire in stanze separate e dovrebbe essere vietato agli avvocati degli stupratori mettere in difficoltà le vittime attraverso illazioni".
E invece questo non avviene?
"No, queste leggi non vengono quasi mai applicate. Perché?”.
E che ne pensa invece della triste vicenda di Saman?
“Penso sia un fatto gravissimo che ha dei colpevoli evidenti nella famiglia della povera ragazza. Ma le dico di più: non lo facessero passare per una forma di femminicidio, perché non lo è”.
E che cos’è allora?
“È un delitto religioso, è il frutto di pratiche allucinanti e retrograde che derivano da una cultura che non ha alcun rispetto per la donna. Tra l'altro non si tratta di un caso isolato. Sa quante donne vengono uccise per gli stessi motivi in Pakistan?".
Perché c’è stata un po’ di difficoltà nel dire quello che lei invece sta dicendo con molta chiarezza?
“Bisognerebbe cercare di essere realisti. Qui la politica non c’entra nulla, anzi togliamola di mezzo per una volta. Bisogna piuttosto avere il coraggio di dire che in alcuni Paesi del mondo le donne non sono niente, solo merce di scambio… è inutile che ci giriamo intorno e non è che chi esprime un pensiero di questo tipo, può essere accusato di razzismo. Io non ho alcun problema con la fede musulmana”.
Ecco, dicendo queste cose non ha paura di essere chiamata razzista?
“Ho un compagno mulatto, non scherziamo... Io rispetto tutte le religioni, però se in alcune culture la donna viene sottomessa, non possiamo far finta di nulla. Se poi chi prova a ragionare e a dire certe cose, viene accusato di razzismo… allora io non ci sto”.
Ma è così purtroppo...
“Sì, ma non è vero. Io ho un profondo rispetto per tutte le minoranze, ma se si affronta il tema di come la donna venga ancora barbaramente considerata, il discorso cambia”.
A proposito di minoranze… che ne pensa del disegno di legge Zan contro l’omotransfobia?
“Gli omosessuali in Italia hanno subito tante cose gravi… forse una legge non guasterebbe. Capisco anche chi voglia tutelare la libertà di espressione, ma attenzione: esprimere la propria idea non significa offendere. Comunque dobbiamo ancora imparare a rispettare il prossimo, chiunque esso sia”.
Ma tornerebbe a fare televisione?
“Sì, tornerei per un programma di denuncia che allunghi il braccio fuori dagli studi televisivi”.
Tradotto?
“Hai un problema? Bene, io ti apro le porte dello studio televisivo, ti do la possibilità di raccontare la tua storia davanti alle telecamere, poi però non appena finisce la trasmissione, ti aiuto finché non ne esci. La tv di Stato dovrebbe agire così”.
Intanto quali sono i suoi programmi per il futuro?
“Sto preparando un nuovo spettacolo teatrale con l’attore Enzo De Caro… Enzo, tra l’altro, era un grande amico di Troisi, hanno esordito insieme”.
Come si chiamerà lo spettacolo?
“Lettere d’amore. Inizieremo a settembre e non vedo l’ora dopo un anno e mezzo di inattività”.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.