"La Bella e la Bestia" in luna di miele intorno al mondo

Dopo l'esordio a Istanbul, lo show diretto da Rob Roth sarà in tournée in molti Paesi (tappe italiane: Trieste e Milano). Magico allestimento per il trionfo del romanticismo

da Istanbul

Il primo ruggito della Bestia è risuonato nel sontuoso teatro da 2300 posti dello Zorlu Center di Istanbul, il polo culturale e commerciale di nuova costruzione tra gli alti palazzi della parte moderna, europea, della città. E chissà se lo hanno sentito fin laggiù in Asia, al di là del Bosforo, tra le moschee e le strade più irregolari della città antica. Perché Istanbul è l'unica città accomodata con regale pazienza su due continenti, e con le sue mille suggestioni di prima porta dell'Oriente è forse il luogo perfetto per ospitare una fiaba affascinante come La Bella e la Bestia .

Beauty and the Beast nella versione originale di Broadway su musiche di Alan Menken, ridiretta dal suo primo regista Rob Roth per il ventennale, è in scena fino a domani, prima tappa internazionale, nella capitale turca, strappando applausi per il suo mix calibrato di fiaba, romanticismo, ironia e potenza melodica. Da qui lo show si sposterà in tour toccando Abu Dhabi, Salonicco, Trieste, Milano, Manila, Bangkok, Singapore, Jakarta, Macau. Quasi tutte tappe dal sapore «esotico» in un cartellone che segna, come eccezioni occidentali, le nostre città di Trieste (dal 26 novembre al 7 dicembre al Politeama Rossetti) e Milano (dal 10 dicembre al 3 gennaio al Teatro degli Arcimboldi). Tratto dal cartoon Disney del 1991 portato sulle scene per la prima volta nel 1994, Beauty and the Beast (di cui si ricorda un'edizione italiana nel 2009 targata Stage Entertainment, regia di Glenn Casale, protagonisti Michel Altieri e Arianna) è uno show che ipnotizza bambini e adulti, grazie a una storia dai molteplici livelli di lettura.

La storia è nota: un principe egoista viene punito da un incantesimo che trasforma lui in un'orrida bestia e i suoi servitori in ibridi un po' uomini, un po' oggetti. Se il principe non riuscirà a dare e ricevere amore entro la caduta dell'ultimo petalo di una magica rosa, il suo destino da bestia sarà segnato per sempre, e i suoi servitori diventeranno oggetti inanimati. Dopo aver raccolto in due decenni 35 milioni di spettatori con le scenografie colorate e orientaleggianti di Stanley A. Meyer, le coreografie di Matt West e la regia di Rob Roth, il settimo spettacolo più longevo nella storia di Broadway (in cima ci sono The Phantom of the Opera e Cats di Andrew Lloyd Webber) torna a raccontare quell'antica storia popolare trasferita su pagina, palcoscenico e schermo in molteplici versioni, le più note delle quali sono le fiabe settecentesche di Madame de Villeneuve e di Leprince de Beaumont, il film di Jean Cocteau del 1945 e il citato cartoon Disney.

Quest'ultimo è la base da cui è fiorito lo show teatrale, atteso in Italia con un cast di 30 artisti (tra cui i protagonisti Hilary Maiberger/Belle e Darick Pead/Beast, voce potente e cristallina la prima, ottimo mix di vocalità e capacità attoriale il secondo), orchestra live, 580 costumi ed effetti speciali che danno il meglio nel finale, nella celebre scena della trasformazione della Bestia. «La forza di questo musical - spiega Rob Roth - è la storia, la sua forza romantica. Il messaggio, che trascende culture e lingue, è nella ricerca delle qualità umane, dell'umanità profonda nascosta in noi, al di là dell'aspetto esteriore. E poi ci sono le musiche di Menken: fenomenali, melodiche, avvolgenti ma non scontate». Di musica Roth capisce molto: il regista newyorchese ha un rapporto speciale con il mondo del rock, ha diretto la prima edizione di Aida di Elton John e tour di artisti come Alice Cooper, Cyndi Lauper, Steve Miller. «Il rock - rivela - mi ha salvato la vita. Ero un bambino introverso ed esile, subivo il bullismo, mi rifugiavo in camera ad ascoltare Elton John e i Rolling Stones. Negli anni ho costruito la collezione numero uno al mondo di pubblicazioni rock anni '70, soprattutto di otto artisti: Elton John, Pink Floyd, Led Zeppelin, Queen, David Bowie, The Who, Alice Cooper e Rolling Stones.

Ero un bimbo triste, oggi sono un adulto felice». Negli anni, Roth ha coltivato diverse amicizie in quel mondo: «Il segreto con le rock star è la sincerità - conclude -. Devi offrigli giudizi schietti, formulare giudizi rispettosi ma onesti».

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