Il boom di Luì e Sofì: "Ora il disco, forse un altro film"

Dopo il successo di libri e film, la coppia pubblica il primo disco

Il boom di Luì e Sofì: "Ora il disco, forse un altro film"

Intanto iniziamo con i numeri: Luì e Sofì sono la coppia di vlogger più popolari del momento con la bellezza di quasi 5 milioni di iscritti al loro canale Youtube, un milione e mezzo di followers su Instagram e un milione e 700mila su Tik Tok. Il loro primo film Me contro Te - La vendetta del Signor S nel giorno del debutto a gennaio è andato meglio di Tolo Tolo di Checco Zalone (però uscito giorni prima) e viaggia verso i dieci milioni di incasso: «Siamo rimasti a bocca aperta, non ce lo saremmo mai immaginati. Checco Zalone per noi è un punto di riferimento, lo abbiamo conosciuto, è super divertente» spiegano loro due con un timing perfetto. In pratica sono gli idoli più idolatrati da un pubblico compreso «tra i cinque e gli undici anni», spiegano Luì (vero nome Luigi Calagna, 27 anni) e Sofì (Sofia Scala, 22) che arrivano da Partinico provincia di Palermo, sono fidanzati e adesso vivono a Milano perché «la connessione è la migliore d'Italia».

In sostanza decenni fa gli adolescenti tenevano il diario, ora i bambini/ragazzini fanno il video. E Luì e Sofì hanno iniziato a raccontare la loro vita attraverso video che «all'inizio avevano anche solo 8 visualizzazioni» e adesso non sanno bene come definirsi: «Youtube è solo un tassello di quello che facciamo. Siamo scrittori quando pubblichiamo libri, attori quando facciamo film e in sostanza siamo artisti». Adesso sono anche ufficialmente musicisti perché pubblicano su Warner Music Il fantadisco disco dei Me contro Te in due versioni, quella «gialla» e quella «lilla» con i brani in versione karaoke interattivo. Se aggiungiamo che il loro libro è pure tra i top seller di Amazon, il quadro è completo: Luì e Sofì sono una macchina di consensi. Per carità, loro intercettano una fascia anagrafica che, quasi per ragione sociale, è facile all'esultanza e alla volatile fidelizzazione. Un fenomeno che si ripete inalterato o quasi nelle generazioni. La forza di questi due siciliani è che il loro messaggio non è per nulla trasgressivo, non genera mode, non lancia tendenze, non spariglia le carte. Luì e Sofì sono bravi ragazzi che parlano di vita normale e non si discostano neanche un po' dalla tradizionale lezione di ogni papà o mamma. Anche le canzoni del disco sono così: «Tutte raccontano un pezzettino di noi. Siamo una coppia e perciò le lanceremo nel giorno di San Valentino». Roba che trent'anni fa avrebbe fatto scappare a gambe levate qualsiasi adolescente in cerca di contestazione, ribellione, muri di suono o muri da abbattere. Oggi no. Luì e Sofì hanno «obbligato» decine di migliaia di genitori ad accompagnare i figli al cinema per «monitorare» il film ed eventualmente gridare allo scandalo. Ma figurarsi, tutto liscio come l'olio. Anzi, «per molti bambini è stata la prima volta al cinema», spiegano loro due ormai rodatissimi nell'alternarsi a rispondere e quasi meccanici nel mettersi in posa per selfie o saluti video. «Il segreto del nostro successo? Forse la spontaneità, abbiamo capito che non si può tenere la maschera per tutta la vita perciò non l'abbiamo mai indossata». Evidentemente funziona. Senza probabilmente volerlo, Luì e Sofì realizzano il bisogno sempre più potente di «normalità». Un bisogno sotterraneo. Un bisogno che dalla Generazione Z (i nati tra le fine degli anni '90 e del 2000) in avanti diventa sempre più urgente. Sconvolti dall'esasperante ricerca di trasgressione social, cercano punti di riferimento tranquillizzanti e Luì e Sofì lo sono. Non a caso li aveva cercati anche il Festival di Sanremo, «ma abbiamo detto no perché avevamo altri impegni».

Però l'appuntamento potrebbe essere stato soltanto rinviato. «Un altro film? Ci piacerebbe», spiegano loro che ci stanno pensando. Idem Amadeus per il Festival. Quando tutti scioglieranno la riserva, scommettiamo che si incontreranno all'Ariston?

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