A Brescia l'energia del Brit pop

Tra melodia e suoni duri esce l'album degli Antonio's Revenge

Angela Lonardo

Con il disco d'esordio All under control (DeepOut Records/SELF) la band bresciana Antonio's Revenge ci riporta con i piedi per terra, invitandoci a metterci in discussione, a praticare il dubbio. Anche perché, proprio quando pensiamo di avere la situazione in pugno, accade qualcosa che manda in frantumi le nostre certezze. «Non è un concept album ma il filo rosso che lega i brani è il tema dell'imponderabile» conferma Giovanni Boscaini, bassista del gruppo e fondatore insieme ad Alessandro Razzi (voce e chitarra). «Nel 2008 io e Alessandro, che venivamo da due diverse formazioni, dopo un concerto abbiamo deciso di lavorare insieme». Nascono così gli Antonio's Revenge, il cui nome viene fuori dalla strana coincidenza tra Antonio, il ribelle cane dell'ex batterista Andrea, e la passione di Sergio, il chitarrista dell'epoca, per le tragedie di John Marston. «Eravamo un quartetto ma c'è chi ha smesso di suonare perché disilluso» spiega Boscaini. Questo non è successo a lui e ad Alessandro, nonostante le non poche difficoltà: «È faticoso riuscire a proporre le proprie canzoni; inoltre, ci siamo affidati a produttori che non hanno mantenuto le promesse. Ma non abbiamo mollato perché crediamo in noi, fare musica è il nostro modo di esprimerci più naturale».

Diventati un trio con l'ingresso di Pedro Perini alla batteria, raccolgono nell'album di debutto dodici tracce «che raccontano la fallibilità umana facendo convivere la nostra anima più intimista e quella più energica», ed in cui mescolano i suoni del brit-pop e del rock americano, con una sguardo alla scena underground italiana.

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