Dopo aver denunciato ieri sera su Instagram che qualcosa proprio non quadra in tutta la vicenda dell’ultimo ricovero psichiatrico di Britney Spears, l’artista David LaChapelle ha cancellato il suo post per poi tornare oggi a ripubblicarlo con più forza.
Non solo ha aggiunto altre dichiarazioni, ma ha anche aderito a #freebritney, l’hastag che designa il movimento sorto spontaneamente tra i fan per denucniare come la pop star sia stata ricoverata coattamente dalla famiglia che, stando alle loro accuse, vuole manipolarla e tenerla in pugno, schiacciando ogni suo tentativo di ribellione.
L’iconico artista ha girato con Britney due videoclip: uno per “Everytime” in cui la cantante gli chiese di farla morire sulla scena e un altro per “Make me”, primo brano estratto dall’ultimo album “Glory”. Qui Britney gli chiese di riprenderla rinchiusa in una gabbia.
Solo ora, alla luce dei recenti avvenimenti, LaChapelle ritiene che in quei due video Britney stesse cercando di chiedere aiuto, di mandare un messaggio, ma se il primo video, in cui affoga nella vasca da bagno stordita da alcol e psicofarmaci fu lanciato con grande successo, il secondo è stato sostituito con un altro girato dalla cantante con un regista di minore levatura.
Il fatto che durante il suo ricovero il video originale con LaChapelle sia stato messo online ha fatto pensare molto l’artista e l’ha portato a scrivere una denuncia che ha moltissimo peso, trovandoci al cospetto di uno dei massimi artisti contemporanei nel campo della fotografia, arte e musica.
“Trovo molto sospetto che il video sia finito on line mentre Britney era assente. Il video non è stato pubblicato perché a Britney non piaceva.
La sua voce come artista dovrebbe essere rispettata. L’unica direzione che Britney mi ha dato per questo video era quella di apparire dentro ad una gabbia. All’epoca non capivo perché voleva essere filmata in una gabbia. All’inizio ho immaginato di filmarla come una tigre, ma guardando indietro sembra che lei volesse comunicare che era in prigione. Tutti i membri del mio team, almeno, potrebbero dire che qualcosa non andava… Guardandomi indietro, a me sembra che queste cose siano state delle grida disperate di aiuto, che lei voleva comunicare attraverso i suoi video”, ha scritto il fotografo, autore anche del primo servizio fotografico di Britney Spears per “Rolling Stone”.
Erano i tempi di “Baby one more time”, la hit che nel 1999 le regalò il successo giovanissima. Nel video ballava in una sexy divisa da collegiale, con le treccine e quell'immagine da lolita la perseguitò a lungo. Fu anche quella in cui LaChapelle scelse di ritrarla.
Una decisione di cui oggi l'artista si pente.
“Quella è stata la prima volta che io e Britney abbiamo lavorato insieme. Quel servizio fotografico non lo farei adesso. Ero giovane e non mi rendevo conto di quello che stava accadendo. Ero solo eccitato all’idea di fare quel servizio e di prendere spunto dalla canzone e dal video di Baby One More Time. Guardandomi indietro è qualcosa che non rifarei, non avevo davvero idea.
Il servizio fu scattato in Louisiana nella sua casa di famiglia, piena dei suoi trofei. Potrei dire che anche allora c’era qualcosa che non andava.
Contro l’avidità e le bugie, David LaChapelle”.
Un messaggio sconvolgente che getta nuove ombre su quanto sta succedendo a
Britney Spears.Per ora da parte della sua famiglia non è arrivato nessun commento, ma il movimento #FreeBritney ha preso nuova spinta grazie al messaggio di un personaggio autorevole come David LaChapelle.
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