Il Bruno Vespa di Striscia si candida al David di Donatello: "Sono un cattivissimo"

Giampaolo Fabrizio è il terrore della casta, ma il suo debutto cinematografico in Mozzarella stories lo ha imposto come uno degli attori rivelazione dell’anno

Il Bruno Vespa di Striscia  si candida al David di Donatello:  "Sono un cattivissimo"

«Quando sono stato avvicinato dal regista Edoardo De Angelis gli ho chiesto, ma tu che che ruolo vorresti affidarmi? E lui: quello del protagonista, sai è un personaggio importante, è un ricchissimo imprenditore che dopo una vita di battaglie rimane solo con le sue bufale... e io: allora no, mi spiace, ma io film politici non ne posso fare...» Giampaolo Fabrizio è fatto così, alla battuta, irresistibile, proprio non riesce a a fare a meno. E ci mancherebbe pure che non lo facesse. Napoletano, 55 anni appena compiuti, è figlio della Compagnia Filodrammatica napoletana, ha recitato con Carlo Taranto, Stefano Satta Flores, Pupella Maggio, Pietro De Vico, ma è diventato uno dei personaggi più popolari della tv nei panni del Bruno Vespa di «Striscia la Notizia», croce e tormento, mai delizia, dei politici in transito per Montecitorio, stalker, ma per ridere, irriverente e temuto dalla casta come la peste bubbonica. Adesso però c’è una novità: ha debuttato al cinema in «Mozzarella stories», opera prima del regista Edoardo De Angelis, e «prima commedia malavitosa a base di caglio», che si è candidato al David di Donatello in tutte le categorie con un cocktail party alla Terrazza Cesàri di Roma. E Adriano Pintaldi, organizzatore del Roma Film festival, non ha dubbi nel dire che Fabrizio è più di una grande scoperta del cinema italiano. E questa non è per niente una battuta.

Senti Giampaolo, ma Ciccio «Dop» il tuo personaggio è un pregiudicato omicida senza scrupoli. Dov’è che ti somiglia?

«In niente. É violento, è greve, quasi animalesco. É un tutt’uno con le sue bufale, è uno che pensa di risolvere i problemi con la violenza. In Campania capita che imprenditori vessati dalla camorra prendano gli stessi atteggiamenti».

E come hai fatto a entrare in panni che non sono tuoi neanche un po’?

«La prova più difficile è proprio recitare quello che non sei, diventare ciò che non ami. L’uomo però è pieno di sorprese, ha una sua umanità. E poi comunque averlo interpretato ha avuto molti lati positivi...»

Tipo?

«Il regista per interpretare Ciccio mi ha chiesto di ingrassare di dodici chili...»

E tu?

«E io gli ho detto: ma benedetto uomo, ma quanto ti amo, in tre mesi dici? Ma io tra una settimana sono già bello e che Ciccio...

Al cinema sei cattivo, in tv sei una carogna. Ma allora non è vero che sei un uomo buono...

«Ma no, non sono cattivo: è che mi disegnano così... Gli amici mi dicono che in tv sono feroce, ma è perchè non guardo in faccia nessuno. Striscio senza strisciare».

Chissà quanti amici ti sei fatto tra i politici...

«Dovresti vedere l’odio, o lo scoramento, che hanno negli occhi quando mi incrociano. Poi dicono che il cattivo sono io... potessero farmi ciò che pensano...»

La frase del film che ti somiglia di più?

«Ce ne sono due».

La prima

«Quando penso che da tutta questa sporcizia viene fuori una cosa così pulita e candida come la mozzarella mi viene il freddo addosso. Che è un modo di dire napoletano che vuol dire mi emoziono nel profondo. Metaforicamente mi piacerebbe fosse così anche per Napoli, la mia città».

La seconda

«Che grande imprenditore sarei stato senza questi uomini di merda... É una frase che ha dentro la rassegnazione ma anche la rabbia di un uomo che ama il proprio lavoro, che sa di farlo bene, ma che la criminalità camorrista gli ha impedito di fare e di vivere».

Più si ride o più si pensa?

«Si ride pensando, ma ci si commuove pure. É una risata che nasce dalla riflessione anche amara, da un pensiero forte. É una risata che va gustata».

Perchè dovrebbe candidarsi al David di Donatello?

«Perchè è un film ricco. Ricco di idee, pieno di vita, scritto benissimo. E poi erano trent’anni che non vedevo recitare così bene. E con un regista giovane e di talento come Edoardo De Angelis».

Cinema, teatro o tv

«Io faccio il tifo per il cinema, adoro le sale cinematografiche di tutta Italia...»

Ma?...

«...il teatro è il mio più grande amore, ma anche una sofferenza fisica mostruosa...»

Però?

«...però la tv che ti chiama è come Belen quando ti fa vedere la farfallina. Irresistibile».

Ma tu ce l’hai la farfallina?

«No, io, in quanto Vespa, al massimo ho il pungiglione...»

Con chi vorresti recitare?

«Mi piacerebbe recitare con Zingaretti. Anche se ha anche una piccola parte nel film, praticamente un cameo».

Dì la verità, lo vorresti solo per rivedere Luisa Ranieri...

«Guarda che nel film Luisa è mia figlia...».

Nel film però...

«Luisa è bellissima e bravissima. E lui è troppo grosso per me...»

Ma film italiani belli che hai visto di recente?

«Nuovo Cinema Paradiso, Speriamo che sia femmina, C’eravamo tanto amati...»

Roba nuova, eh...

«Di più recente e di bello non mi viene in mente niente...»

Senti, ma il tuo piatto preferito?

«Che ti devo dire, sono napoletano, un piatto di spaghetti con le vongole mi fa uscire pazzo. Per questo capisco Emiliano..»

Che c’azzecca il sindaco di Bari?

«Di fronte alla cozza pelosa qualunque uomo può perdere la testa...»

Vabbè, ma lui è ai vertici della politica barese...

«...secondo me più al vertice della catena alimentare»

Niente mozzarella, allora

«Quella va gustata al cinema»

Qual’è il massimo del divertimento per te?

«Vedere la gente che si diverte: è il massimo della felicità»

Senti, ma Vespa viene a vedere il tuo film

«Ma se non mi ha neanche invitato mai a Porta a Porta...»

Ma vi siete incontrati però...

«Come no? Una sera ad una premiazione. Lui mi ha guardato e mi ha detto: ammazza quanto sei brutto... a me lo dici?».

E tu?...

«Io gli ho risposto: hai ragione. Però dopo io mi strucco...»

Lo vedi che sei una carogna...

«Ma no. Io a Bruno Vespa dirò sempre e solo: grazie di esistere. Seriamente».

Ma quand’è che smetterai di essere lui?

«Magari più presto di quanto immagini. Pochi giorni fa facendo una prova di trucco ci siamo accorti che sono identico al ministro degli Interni Annamaria Cancellieri, anche perchè è molto simile a mia mamma. Quasi quasi...»

Magari con la voce di Vespa...

«Magari invece con la voce di Bombolo... come vi sembra?»

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