“Uno scivolone: commozione cerebrale, naso rotto, ginocchio fratturato”. A scriverlo su Instagram è Susan Sarandon, postando due foto che mostrano ai suoi 1,3 milioni di follower le ferite riportate in seguito ad un brutto incidente domestico. L’attrice, 73 anni, è stata costretta da questo capitombolo ad annullare la sua presenza nel New Hampshire con il senatore Bernie Sanders, il candidato democratico che sta supportando alle primarie nella campagna elettorale delle prossime elezioni presidenziali degli Stati Uniti.
Sarandon, sempre critica con le politiche del presidente Trump fino a farsi arrestare nel corso di una protesta a Washington, ne ha approfittato per ribadire il suo sostegno a Sanders. “Non è il momento di un ‘percorso’ verso o di un ‘quadro’ per minuscoli cambiamenti – scrive sui social –. Le emergenze richiedono una leadership solida e visionaria. Il senatore Sanders ha combattuto per la giustizia sociale, razziale ed economica per tutta la vita, molto prima della sua candidatura, spesso prima che fosse ammissibile. Adesso è giunto il momento per noi di lottare per lui”.
Susan Sarandon: “Questa è un’emergenza”
Nel resto del post, la leggendaria e prolifica attrice, ripetutamente finita in galera per le sue azioni di disobbedienza civile, conferma il durissimo giudizio sul presidente degli Usa. “Questa è un’emergenza – scrive la star premio Oscar per Dead Man Walking –. Chiedete agli scienziati, ai contadini, alle creature del mare. Chiedete a tutti coloro che hanno perso le loro case a causa di uragani, inondazioni e incendi, chiedete al flusso infinito di ‘profughi climatici’, e alla gente di Flint, San Juan e Standing Rock”.
Sarandon vuole far aprire gli occhi agli elettori di Trump. “Chiedete alle madri che hanno perso i loro figli a causa dell’epidemia di oppioidi o del prezzo dell’insulina – aggiunge –. Chiedete alle madri che hanno perso i loro figli a causa della violenza delle armi nelle scuole, nelle chiese, nelle loro camere da letto. Questa è un’emergenza. Chiedete a chi è separato dalle famiglie alla frontiera, o a chi è separato dai propri cari da un sistema carcerario ingiusto, razzista e prezzolato. È un’emergenza quando i nostri giovani non hanno speranze per l’istruzione, per la realizzazione dei sogni, a causa dell’insormontabile debito studentesco.
Quando gli insegnanti sono costretti ad avere lavori aggiuntivi e quando 40 ore di lavoro onesto possono ancora lasciarti povero. Quando l’omofobia, l’islamofobia, la transfobia e il razzismo uccidono, questa è un’emergenza”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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