È bufera sui "Grammy Award", a pochi giorni dall’inizio, la cerimonia si svolgerà infatti il 26 di gennaio, Deborah Dugan, Ceo della Recording Academy, società che organizza i Grammy, è stata sospesa. Ma è la motivazione a lasciare a bocca aperta, la sua “colpa” infatti, è stata quella di aver denunciato molestie sessuali e irregolarità.
Deborah che tra l’altro è la prima donna a ricoprire il prestigioso ruolo di Ceo, ha intentato una causa contro la "National Academy of Recording Arts and Sciences", sostenendo di essere stata ingiustamente licenziata dopo aver sollevato accuse di molestie sessuali e irregolarità. La causa, presentata alla Equal Employment Opportunity Commission (Commissione Pari Opportunità) di Los Angeles, è arrivata non solo pochi giorni prima dell’inizio della 62esima edizione dei Grammy Awards ma anche alcuni giorni dopo che è stata sospesa dal suo incarico.
La Dugan ha dichiarato di essere stata messa in congedo amministrativo tre settimane dopo aver inviato una mail al responsabile delle risorse umane in cui parla di "leadership dominata da uomini storici" e si dice preoccupata per irregolarità e conflitti di interesse resi possibili dalla "mentalità da club per ragazzi" all’interno dell’ente. E poi, ancora, discriminazione illecita di genere, ritorsioni e disparità retributiva. Fino all’accusa più grave: le molestie sessuali. La Dugan, infatti, afferma di essere stata vittima di molestie da parte di uno degli avvocati dell’Academy, Joel Katz, che ovviamente si è detto estraneo ai fatti.
Una vicenda scottante in cui è entrato anche il nostro Gabriele Ciampi, unico italiano nella giura del prestigioso premio. Gabriele, direttore d'orchestra e compositore amato da Michelle Obama, che l'ha invitato personalmente alla Casa Bianca, ha rilasciato una dichiarazione in proposito: "Con una lettera personale ho espresso piena solidarietà a Deborah Dugan per la triste vicenda legata ai Grammy Awards: triste perché ancora una volta l'industria musicale si è dimostrata profondamente maschilista, contrastando una figura brillante come quella della Dugan che, sin dal suo arrivo alla guida della Recording Academy, ha tracciato l'inizio di un percorso di cambiamento, spalancando le porte degli Oscar della Musica alle donne".
Gabriele, che vive a Los Angeles da alcuni anni, ha poi continuato: "A noi giurati, provenienti da diversi Paesi del mondo e' stato chiesto di sottoporre all'attenzione dell'Academy musiciste di talento in grado di competere nelle diverse categorie. Purtroppo, la strada intrapresa dalla Dugan non ha ricevuto il supporto necessario da parte di tutti i membri dell'Academy. Il meccanismo delle nomination è sembrato quasi 'manipolato', in alcune categorie l'ascolto di tutti i brani in gara è stato davvero complicato ma prima delle accuse della Dugan pensavo fosse semplicemente dovuto a problemi tecnici. Personalmente ho avuto molta difficoltà nel reperire brani e partiture musicali di alcuni artisti mentre per altri è stato facilissimo".
Ciampi ha poi parlato anche delle votazioni, "personalmente non ho votato per Bocelli, non perché non apprezzi il suo grandissimo talento ma perché mi sto battendo per valorizzare il ruolo della donna musicista. Quindi il mio voto e' andato doverosamente a due figure di diverso spessore ma di grandissima qualità: l'artista emergente Billie Eilish, che con i suoi brani racconta una parte di storia della cultura californiana e Barbara Streisand, che torna in nomination ai Grammy Awards dopo ben 33 anni”. Gabriele è da sempre un grande sostenitore e promotore dell’Orchestra al femminile, ed è stato il primo direttore della storia a cedere la sua “bacchetta” ad una direttrice donna che ora apre tutti i suoi concerti.
Per tornare poi alla polemica sui Grammy, Ciampi ha concluso dicendo: "Quello che sta succedendo all'interno della Recording Academy mi preoccupa molto, si e' cercato con la 'forza' di fermare un processo di cambiamento che vuole affermare la figura della donna musicista... Deborah Dugan era ed e' il segnale per questo cambiamento. Spero si faccia chiarezza al più presto sulla vicenda.
In Italia, con il Festival di Sanremo, abbiamo una grande opportunità per intraprendere questo cambiamento. Sarebbe bello, in futuro, poter vedere una direzione artistica 'al femminile', con uomini pronti a fare un passo indietro rispetto ad un grande donna".
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