Burioni prende a calci le "Balle mortali" sulla nostra salute

Bisogna affermare il primato della ricerca sulla «scienza» decisa per alzata di mano

Burioni prende a calci le "Balle mortali" sulla nostra salute

È incredibile: in coda ai telegiornali abbiamo ancora gli oroscopi, e a poco serve spiegare che si tratta di una credenza primitiva, mentre a chi ogni giorno ti domanda «Di che segno sei?» non è che puoi metterti a fargli un corso accelerato per dargli delle basi di astrofisica.

Così come hai voglia a dire a qualcuno che l'omeopatia è acqua, che la naturopatia è una credenza, che la medicina alternativa è alternativa solo alla prova scientifica, ti rispondono: «Ma su di me funziona!». In realtà quelli del «su di me funziona» ignorano come funzioni la comunità scientifica, cosa sia il test del doppio cieco o una peer review. O magari vogliono opporsi alle case farmaceutiche, le quali per guadagnare devono vendervi un farmaco in grado di superare rigorosi test, mentre le multinazionali alternative guadagnano vendendo il niente. Tanto per darvi un'idea: se pisciate nell'oceano Atlantico avrete una diluizione della vostra pipì superiore al principio attivo che trovate in un prodotto omeopatico.

È un'eredità primitiva: agli scienziati si preferiscono gli stregoni. E forse anche un'eredità del comunismo: è tutto un complotto capitalista. Certo, molte medicine «alternative» funzionano: si chiama effetto placebo. Che di per sé è anche innocuo e può funzionare, a meno che tu non sia ammalato davvero, in tal caso può fare grandi danni, perfino uccidere.

Nessuno, per esempio, vi racconterà dei morti causati dall'omeopatia, o dal metodo Di Bella, o dal metodo Stamina, o dai no-vax. Tranne volenterosi e combattivi scienziati divulgatori, come l'immunologo Roberto Burioni, che ha ingaggiato un'inarrestabile battaglia contro il business letale delle menzogne mediche. Non per altro il suo nuovo libro si intitola Balle mortali (Rizzoli, pagg. 176, euro 18). Perché di balle si muore, e come recita il sottotitolo: «meglio vivere con la scienza che morire coi ciarlatani».

E per darvi un'idea di quanto siano letali le bugie in campo medico Burioni vi narra molte storie, tutte finite malissimo. Vi racconta di un bambino, Francesco, morto di otite nel 2017 perché ostinatamente curato dai genitori presso un omeopata, Francesco Mecozzi (rinviato a giudizio per omicidio colposo, insieme ai genitori), quando sarebbe bastato un antibiotico a salvargli la vita.

Vi racconta di Clara, una ragazza di Firenze di 15 anni, morta di diabete il 13 maggio del 2008 perché finita in mano a un altro omeopata, che la spedisce da una curatrice americana naturopata («qualunque cosa questa parola voglia dire» commenta Burioni), Maya Randolph. Costei impedisce alla ragazza l'uso dell'insulina e la cura con le vitamine perché «l'insulina non serve a niente». Maya Randolph venne arrestata, ma stramazza al suolo agli arresti domiciliari uccisa da un'ulcera perforata: la signora si curava non con i farmaci, per carità, ma con vitamine e sali minerali .

Tutto questo in un Paese, il nostro, in cui governo e magistrati si sono più di una volta mossi per tutelare cure di ciarlatani come Di Bella, i cui dati sperimentali sono risultati falsificati (oltre che rozzamente casalinghi), o come per il famigerato metodo Stamina di Davide Vannoni (altro condannato). Un intruglio, Stamina, di cui non veniva resa nota la composizione, mentre in televisione e sui giornali si ascoltavano gli autorevoli pareri al riguardo non di eminenti scienziati, ma di Gina Lollobrigida, Leonardo Pieraccioni, Red Ronnie (convinto che le malattie siano provocate dai farmaci, come il succitato Mecozzi) e Adriano Celentano. Nel frattempo si venne a sapere di molti pazienti deceduti alla prima iniezione della pozione magica, come il povero Claudio Font, malato di Parkinson: sarebbe vissuto qualche anno di più se non avesse incontrato Vannoni (al quale pagò ben 41mila euro).

Tra le storie drammatiche raccontate da Burioni ce n'è una per i fanatici del chilometro zero: una bambina di due anni, Kyle, uccisa dal latte crudo, non pastorizzato, quindi pieno di pericolosi batteri. Stessa sorte è capitata a un bambino australiano morto nel 2014 a 3 anni per il latte crudo consigliato da un naturopata, e idem nel 2017 per una bambina di Bari. Proprio così, nel 2017, non nel 1817.

Nel frattempo il nostro governo prende posizioni contro l'obbligo di vaccinarsi (facendo poi dietrofront per fortuna), quando le coperture per il morbillo italiane sono inferiori non solo al resto delle nazioni occidentali, ma sotto il Ghana, il Sudan e il Burkina Faso. E anche qui Burioni elenca le vittime del morbillo, con un caso di panencefalite letale ogni duemila/tremila casi di morbillo (mentre i possibili effetti collaterali del vaccino sono uno su svariati milioni, talmente rari da non essere neppure calcolabili).

A Roberto Burioni spesso viene dato dell'arrogante (quando non è minacciato di morte), perché chiama somaro chi non comprende la scienza (da cui il titolo del suo precedente bestseller: La congiura dei somari).

Ma un grande biologo come Richard Dawkins non è stato meno drastico di Burioni. Convinto che le persone non capissero l'evoluzione perché non la conoscevano, dopo anni di libri e impegno divulgativo giunse a un'altra conclusione: «Non è ignoranza, è stupidità».

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