Carmen non deve morire. All'Opera di Firenze il regista Leo Muscato si inchina al politicamente corretto e cambia il finale dell' Opéra-comique di Georges Bizet. La protagonista si salva perché la pistola che l'avrebbe dovuta uccidere si inceppa. Ma il pubblico non gradisce la svolta femminista-boldriniana e fischia sonoramente.
L'unico a schierarsi al fianco del regista è il sindaco di Firenze, il 'renzianissimo' Dario Nardella che twitta: "Come presidente del Maggio musicale - ha spiegato su Twitter - sostengo la decisione di cambiare il finale di Carmen, che non muore. Messaggio culturale, sociale ed etico che denuncia la violenza sulle donne, in aumento in Italia". Dal centrodestra arriva la dura reprimenda di Fabio Nardella, capogruppo di FdI alla Camera che attacca:“Nardella colpito dalla stessa sindrome di onnipotenza luciferina di Matteo Renzi? Ma come si fa piegare capolavori della musica alla demagogia e al politicamente corretto! Avallare la scelta del regista della Carmen di modificare il finale dell’opera di Bizet per lanciare un messaggio contro il femminicidio dimostra tutta la pochezza culturale del ‘renzume’ in tutte le sue forme".
"Dovremmo per analogia intervenire con un’enciclopedica operazione di mistificazione culturale per impedire a Ofelia di morire, a Giulietta di suicidarsi, a Anna Karenina di lanciarsi sotto il treno, a Violetta di farsi uccidere dalla malattia? - prosegue Rampelli - Queste iniziative imbarazzanti sono la testimonianza di quanto poco abbia realmente fatto il Pd a tutela delle donne reali. Si occupino di loro e lascino stare le icone mondiali della cultura”.
Come Presidente del @maggiomusicale sostengo la decisione di cambiare il finale di #Carmen, che non muore. Messaggio culturale, sociale ed etico che denuncia la violenza sulle donne, in aumento in Italia. pic.twitter.com/vPzdu0MqkX
— Dario Nardella (@DarioNardella) 7 gennaio 2018
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