Sanremo. Ieri pomeriggio davanti all'Hotel De Paris, poco distante dal Casino, c'era una folla che manco per il Papa. Sui social una critica non la trovi neppure con il lanternino. In classifica, poi: Mahmood e Blanco con Brividi hanno già accumulato milioni di stream viaggiando altissimi anche nella global chart di Spotify, stabilendo il primato di brano con il maggior numero di riproduzioni in streaming raccolte in Italia in un solo giorno. Per riassumere, soltanto il videoclip ufficiale e quello della performance al Festival hanno totalizzato fino a ieri pomeriggio 14 milioni di visualizzazioni. Sono cifre enormi e si capisce senza aggiungere altro. Alessandro Mahmoud, classe 1992, ha già vinto due volte a Sanremo (Giovani 2018, Big 2019 con Soldi) ed è uno dei trend setter del nuovo pop. Riccardo Fabbriconi detto Blanco, bresciano di 19 anni, è stato al primo posto per otto settimane consecutive con il singolo Mi fai impazzire e adesso è il nuovo fenomeno della scena musicale italiana. Insomma, attenti a questi due. «E chi si sarebbe mai aspettato tutto quello che sta succedendo?» spiegano loro due prima di salire sul palco di una finale già vinta perché numeri così chi se li ricorda a un Festival di Sanremo.
Quindi avete sempre pensato di arrivare primi.
«Ma no per carità. Sappiamo benissimo che chi è favorito, si sa, non vince mai alla fine. Non ci pensiamo e non ci aspettiamo niente, ma ci godiamo tutto questo affetto, anche se probabilmente realizzeremo tutto una volta tornati a casa. Intanto speriamo di non deludere chi ci sostiene anche attraverso l'affetto sui social oppure lo streaming sulle piattaforme».
Prima dell'esibizione di venerdì sera Mahmood non è stato molto bene.
Mahmood: «Una mezza congestione, ho preso freddo dopo aver mangiato e mettici pure un po' di ansia e stress. Ma poi si è tutto risolto prima di salire sul palco».
In ogni caso, le giurie vi hanno messo subito ai primissimi posti.
«Intanto diciamo che ci sembra strano essere sopra tanti altri artisti di cui siamo fan, ad esempio Massimo Ranieri che è un gigante».
Qualcuno dice che l'apparizione di Jovanotti nella serata delle cover abbia drasticamente aiutato Morandi anche per salire in classifica.
«In realtà ci sembra una cavolata pensare che a Gianni Morandi serva una mano. Ma ci rendiamo conto di chi è? Lui e Jovanotti hanno vinto la serata delle cover perché l'esibizione è stata figa. Hanno spaccato perché sono due mostri sacri e basta».
Caro Mahmood, lei ha già vinto nel 2019 con Soldi. Arrivò tra i Big da outsider ma alla fine batté tutti.
«Ma stavolta è tutto nuovo perché non sono da solo e in tutta la mia carriera non avevo mai cantato con un altro artista all'interno di un progetto complesso e decisivo come Sanremo. Di certo c'è un'energia nuova. E ho la possibilità di vivere il festival in maniera totalmente diversa e praticamente inattesa».
E lei, Blanco?
«Avere Mahmood di fianco per me è una fonte insostituibile di tranquillità. Qui va tutto veloce. In queste settimane, tra le prove e le attese o i perfezionamenti, il ritmo è talmente stringente che non hai neppure il tempo di fermarti in bagno. Però da Mahmood ho imparato tante piccolezze che nell'insieme diventano un tutt'uno e sono insegnamenti importanti».
Nella serata delle cover avete osato interpretare Il cielo in una stanza di Gino Paoli, uno dei brani chiave della canzone d'autore italiana. E lui, che di solito è molto riservato, vi ha fatto i complimenti.
«Cosa si può aggiungere d'altro?».
In poche parole siete al settimo cielo.
«Non è tutto così come appare. In questi giorni si sono alternati tanti alti e bassi, qualcosa che davvero non era possibile prevedere prima di arrivare qui a Sanremo».
Bilancio finale, a prescindere dal risultato?
Mahmood: «Questa esperienza con Ricky mi sta insegnando un sacco di cose, anche a livello di come stare sul palco ed essere
sempre un pelo più imprevedibile del solito: è stata proprio un training per me questa settimana».Blanco: «Ale mi ha dato la tranquillità sul palco che da solo non avrei avuto. E poi sono felice perché ho baciato Amadeus».
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