Checco Zalone: "Vi racconto tutti i miei segreti"

Il comico ha rilasciato alcune dichiarazioni riportate nel libro Gianni Canova che analizza le sue opere: "Ecco perché ho successo"

Checco Zalone: "Vi racconto tutti i miei segreti"

Su Checco Zalone e sui motivi del suo successo sono stati versati litri di (inutile) inchiostro. Quello che aveva tenuto più di tutti la bocca cucita è stato proprio lui, Luca Medici. Il diretto interessato, nei giorni del successo, non ha voluto tornare sotto i riflettori. Si è accontentato. È stato in silenzio.

Ora però sta uscendo un libro di Gianni Canova su di lui "Qui chi? Di cosa ridiamo quando ridiamo di Checco Zalone". Le dichiarazioni di Checco presenti nel testo - e riportate da Libero - rivelano alcuni segreti dell comico. Partendo dalla decisione di non partecipare a Sanremo: "Ora, ad esempio, sono divenato un idolo dei grillini perché avrei dichiarato che non voglio soldi pubblici. Non è proprio così. Io ho detto che non vado a Sanremo perché non ho voglia di rotnare a mettermi sotto i riflettori. E ho aggiunto che se ci andassi, tra l'altro, dovrebbero darmi dei soldi pubblici. Punto. Il che non significa "io non prendo soldi pubblici" in assoluto. I soldi son soldi, pubblici o privati. Non sono un paladino della giustizia e della moralità pubblica".

Poi Checco parla del suo passato e del suo successo. "Cerco di vivere il più normalmente possibile. Oggi pomeriggio ho fatto il baby sitter. Ero a casa da solo con mia figlia. In genere, per quanto posso, cerco di stare in disparte. Non vado in tv, non appaio. Non rilascio interviste". Tra i motivi dell'ascesa di Zalone c'è indubbiamente l'incontro con Gennaro Nunziante, l'uomo che forse l'ha reso chi è davvero. "Era il 2005, se non ricordo male. Io ero in Inghilterra a trovare mio fratello. A Bedford, un posto di merda, in una casa di merda. Un giorno ricevo la telefonata di un comico, Enzo Sarcina, che mi dice che Gennaro Nunziante cerca un cantante neomelodico per un programma in tv e che forse c'è la possibilità di farci incontrare. Non sto nella pelle". Incontro che poi avvenne. E a Checco toccò sostenere un provino. "Mi esibisco davanti a lui. E lui alla fine mi chiede: 'Ma sono canzoni parodistiche o ci credi davvero?'. Gli ho risposto: 'Faccio caricature'. Ricordo in particolare che gli suonai un brano che si intitolava La globalizzazione. L'avevo scritto mentre preparavo l'esame di Diritto costituzionale all'Università. C'era un capitolo dedicato alla globalizzazione, non ci avevo capito un cazzo, ma mi è venuta voglia di tradurre il concetto in chiave neomelodica. Il brano partiva techno, poi scivolava nel neomelodico su un testo che diceva piùo meno: 'Noi povera gente, non abbiamo capito niente'". Nunziante e Zalone sono diventati due amici. Litigano solo per un motivo: "Io sono per il fritto - confessa Zalone - Andare con lui al ristorante è una rottura di coglioni".

Ma perché i suoi film hanno successo? "Semplice - dice - il concetto chiave è immedesimazione. Che siano piaciuti o no, tutti quelli che hanno visto i nostri film vi hanno trovato qualcosa che gli appartiene. Vi si sono ritrovati. Chi non conosce un venditore di aspirapolvere, berlusconiano anche dopo la caduta di Berlusconi, come il protagonista di Sole a catinelle? Ma mi rendo conto che non è una spiegazione sufficiente. E allora non mi resta che chiamare in causa la squadra e il talento. Basta con 'sta cazzo di modestia. Noi tre - io, Gennaro e Valsecchi - siamo una squadra imbattibile".

Ma Checco sa ridere? "È difficilissimo che io rida, credimi. Per i miei film non rido proprio.

Non li voglio neanche rivedere. Ed è raro che rida anche di fronte al film di un altro attore comico. Di solito mi immedesimo talmente con ilo collega, con la sua tensione e la sua paura di sbagliare, che preferisco non vedere".

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