Ci mancava il Lgbtqia vietato ai maggiori

Fra gli scaffali c'è un'invasione di titoli destinati ai più piccoli sul tema del "gender fluid"

Ci mancava il Lgbtqia vietato ai maggiori

Se una libreria deve assolvere a una funzione pedagogica, alla Feltrinelli di piazza Piemonte, a Milano, non perdono un colpo. C'è un'intera parete denominata Wunderkammer, come «stanza dei desideri» (ma in realtà la traduzione esatta sarebbe «delle meraviglie», quelle camere che nei secoli passati venivano usate per esporre bizzarrie, come denti di narvalo spacciati per unicorni).

Sugli scaffali di questa nicchia privilegiata troviamo oggi decine di titoli dedicati a un tema di moda, la presunta normalità di essere LGBTQIA, questa sigla che ormai si estende a tutte le sfumature arcobaleno della sessualità, basta che non sia etero. Un insieme che contiene un vasto sottoinsieme, proposto ai visitatori degli scaffali in periodo di rifornimento pre-vacanziero: quello per ragazzi, e soprattutto per bambini.

Eravamo preoccupati dal fatto che qualcuno non avesse ancora stilato il regesto delle opere che spieghino, a partire dai quattro anni (cioè non appena si cominciano a compitare le parole, quindi a ragionare sulla base di esse), quanto sia importante cominciare la vita con una sana confusione di idee sulla diversità tra i sessi. E anche riguardo alla possibilità di vivere in una famiglia dove i genitori siano gli stessi che hanno generato e (perlomeno la madre) partorito i figli.

Dunque, per farsi venire qualche dubbio sacrosanto, si comincia da un piccolo/grande classico, quel Piccolo uovo di Francesca Pardi, illustrato da Altan (ed. Lo Stampatello, 2011), dove un protagonista asessuato incontra tutte le combinazioni di famiglie bi- e omogenitoriali, decidendo che l'una vale l'altra. Tra l'altro, la saga di questo ovulo continua in altri libri della stessa autrice, come Piccolo uovo. maschio o femmina? consigliato fin dall'età di tre anni, giusto per anticipare il dilemma.

Di fianco, una ghiotta occasione per mettere il figlio in età prescolare alla pari con la vulgata corrente: come favola della buona notte, si può leggere al proprio figlio quattrenne La bambola di Luca (ed. Nube Ocho, 2021), storia di questo bambino che va pazzo per una bambola, finché arriva il solito bullo e gliela deturpa. Ma il bullo fra l'altro è un bambino di colore, e nessuno vuole che un bambino di colore sia anche ostile alle teorie gender fluid. Perciò egli si pente e si riscatta e diventa buonissimo, cioè gioca con le bambole anche lui.

Poi ci sono i libri che sembrano scritti per il figlio di Vendola, per esempio I due papà di Fiammetta, di Émilie Chazerand e Gaëlle Souppart (ed. La Margherita, 2019), dove i soliti bulli prendono in giro la bambina e lei invece li convince di quanto è fortunata, mentre la sua amica che ha invece due genitori biologici è disperata perché divorziano. «Perché io amo il mio Papà. E anche il mio Papullo. E, soprattutto, non cambierei nessuno dei due con una mamma», dice Fiammetta, disinteressandosi completamente della madre biologica. O, pensando ai ragazzi più grandicelli, Le semplici cose di Massimiliano De Giovanni e Andrea Accardi (Feltrinelli Comics, 2019), una graphic novel su quanto sia appropriato, per due maschi quarantenni, servirsi di un utero per conto terzi.

E a rimarcare la legittimità di ogni scelta, in Non sono questi i problemi (ed. Becco Giallo, 2019) una tale Rén, attivista lesbica, mette le mani avanti rispetto al benaltrismo. I problemi sono ben questi: infatti bisognerà pur spiegare alle terze elementari la differenza fra outing e coming out.

Il marito di mio fratello, manga giapponese di Gengoroh Tagame (ed. Panini Comics, vol. 1, 2017, vol. 2, 2021) permetterà ai ragazzi di concentrarsi meglio sull'omofobia del Sol Levante, ma quanto a fumetti non siamo secondi a nessuno. Il tema si estende su tutto l'ambito storico-sociale. In Italia sono tutti maschi, di Luca de Santis, con illustrazioni di Sara Colaone (Kappa edizioni, 2008), è un'altra graphic novel, sui gay mandati al confino nel Ventennio. Dopodiché, in attesa di leggerne magari anche una sui gay mandati al confino dal duo Castro/Che Guevara, passiamo a Josephine Signorelli, che in P.

La mia adolescenza trans (Feltrinelli Comics, 2019) fa autobiografia disegnata, rievocando la sua lotta contro i bulli (te pareva) e i pregiudizi.

Oggi nelle librerie di catena, per trovare un libro che abbia più di sei mesi, bisogna frugare negli angoli, e accontentarsi. Questi, così attuali, resistono molto più a lungo.

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