Ciak, il cinema italiano quest'anno è donna

Buy migliore attrice, successo del tris di protagoniste di Amiche da morire

Ciak è donna. Questo il film proiettato ieri alla consegna dei «Ciak d'oro 2013 al cinema italiano», i tradizionali premi del mensile diretto da Piera Detassis, una delle poche donne ai vertici in Italia. Ma non è certo per questo che il cinema al femminile ha fatto incetta di riconoscimenti con Margherita Buy, migliore attrice per Viaggio sola di Maria Sole Tognazzi, Eva Riccobono migliore non protagonista in Passione sinistra di Marco Ponti, Thony premiata per la migliore canzone Flowers Blossom di Tutti i santi giorni di Paolo Virzì, fino al Superciak d'oro al trio di interpreti di Amiche da morire con Giorgia Farina, Claudia Gerini, Cristiana Capotondi, Sabrina Impacciatore. I tremila votanti, fra il pubblico dei lettori di Ciak, hanno dato i premi maggiori a Giuseppe Tornatore come miglior regista e per il miglior film, La migliore offerta e a Toni Servillo come miglior attore per Viva la libertà. Comunque alcuni premi intercettano un momento abbastanza favorevole del cinema al femminile: «Ci sono tanti registi che hanno scritto ruoli femminili molto belli però certo, quando dietro la macchina da presa c'è una donna, c'è anche un racconto di noi stesse più intimo» dice Margherita Buy che con Viaggio sola, «il piccolo film» di Maria Sole Tognazzi, ha avuto molte soddisfazioni.

Guai però a parlare di quote rose. Le dirette interessate se ne guardano bene anche se non nascondono il piacere di essere finalmente (ri)conosciute. È il caso del tris di interpreti di Amiche da morire con Sabrina Impacciatore che ammette: «È inutile nasconderlo, un premio così speciale ti fa sentire meno invisibile e ignorata. Oltretutto è per un film con tre protagoniste come non si vedeva dagli anni '60. Donne che partono da alcuni stereotipi ma alla fine li ribaltano». «Per una volta - incalza Cristiana Capotondi - mi piacerebbe che tutto il paese si accorgesse di noi. Leggo fiumi d'inchiostro sulle star internazionali, magari qualche volta sostenere anche le attrici italiane non farebbe male...». Chi non si può lamentare è Claudia Gerini che l'anno scorso ha interpretato sette film, il prossimo 20 giugno tornerà al cinema diretta dal marito Federico Zampaglione in Tulpa e quest'estate girerà, di nuovo in coppia con Cristiana Capotondi, il nuovo lavoro di Fausto Brizzi: «Se dico che mancano i ruoli femminili sarebbe una bugia e rischierei il linciaggio. Naturalmente come in tutti gli ambienti lavorativi la predominanza è maschile e il loro punto di vista è egemone. Ma forse non è colpa loro, siamo noi a essere troppo complesse. Così non veniamo capite. Non scorderò mai quando Ettore Scola mi disse: “La verità è che io le donne ancora non le conosco”».

Eva Riccobono invece ha capito perfettamente la sua parte in Passione sinistra che, dice, «è quella della classica bionda un po'

stupida». E non le ha dato fastidio? «Assolutamente no. Ho fortemente voluto quel tipo di ruolo che ho ottenuto forse perché a differenza di altre colleghe non ho avuto paura di essere veramente stupida». Onore alla sincerità.

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