"Cinquanta sfumature di rosso" e di ridicolo

La peggior saga degli ultimi anni trova la sua conclusione in un capitolo dalla consistenza cinematografica risibile ma in grado di soddisfare il suo pubblico di riferimento

"Cinquanta sfumature di rosso" e di ridicolo

Ci risiamo. Per il terzo anno consecutivo, poco prima di San Valentino, esce un film tratto dai best sellers di E.L.James. Stavolta si tratta dell'ultimo capitolo della saga, l'attesissimo "Cinquanta sfumature di Rosso". In origine, sul grande schermo, furono cinquanta sfumature di noia (quelle "di grigio"), che poi, nel seguito (in quelle "di nero"), diventarono di comicità involontaria. Il titolo finale non si discosta da quanto già visto, del resto è stato girato in contemporanea al precedente. L'incasso previsto è coerente ai numeri stupefacenti legati al fenomeno: la trilogia cartacea, tradotta in 51 lingue, ha venduto oltre 120 milioni di copie, il primo film ha incassato oltre mezzo miliardo di dollari e il secondo, (attualmente in gara con tantissime nomination ai Razzies, gli anti Oscar che premiano le peggiori pellicole), poco meno di 400 milioni.

Per i pochi che ancora non ne fossero a conoscenza, la storia narrata è quella d'amore e di sesso tra una studentessa del college, Anastasia Steele (Dakota Johnson), e un giovane miliardario, Christian Grey (Jamie Dornan). E' una relazione sadomaso, con tanto di contratto e regole, cui la ragazza si sottrae alla fine del primo film. Nel secondo, la riappacificazione vede entrare in scena figure pronte a sabotare la felicità di coppia, mentre si fa sempre più evidente come la condotta sessuale di Grey sia legata a esperienze infantili traumatiche.

L'incipit della pellicola in uscita vede, invece, Christian e Ana finalmente sposi con una lussuosa cerimonia e poi via, sul jet privato, per una luna di miele a Parigi e in Costa Azzurra. I due hanno raggiunto un equilibrio, anche se esistono delle dinamiche di potere ancora incerte: lui è possessivo, maniaco del controllo e la vorrebbe chiusa in una gabbia dorata mentre lei, ora più sicura e decisa, non intende rinunciare alla carriera. C'è inoltre l'ipotesi della genitorialità a vederli su schieramenti opposti. Il sesso si presenta assai meno perverso che nei precedenti episodi e viene vissuto con divertimento e con una leggerezza inedita, merito soprattutto del fatto che Anastasia è diventata più spontanea e maliziosa. Le scene erotiche, mai troppo esplicite, sono solo d'intermezzo, ininfluenti dal punto di vista narrativo.

A tentare di dare un po' di verve al film, una virata verso il thriller grazie alla minaccia di un uomo, l'ex capo di Ana, che le ha giurato vendetta. Peccato che non esista tensione, gli inseguimenti in auto siano solo product placement per l'Audi e il villain in questione mostri le competenze di uno 007 pur avendo un passato da editore. Le figure di contorno restano stilizzate, la sceneggiatura è costellata di momenti ridicoli ma i fan non ci baderanno, abbagliati da lusso e nudità. In chiusura, un montaggio dei momenti più significativi di tutta la trilogia sulle note del brano "Love Me Like You Do" di Ellie Goulding.

Dal punto di vista

cinematografico, non siamo di fronte a un film degno di questo nome, bensì a un assemblaggio di scene di vario genere. Come prodotto commerciale è innegabile, però, che soddisfi e faccia sognare il tipo di pubblico per cui è pensato.

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