Contagious, il film che aveva "predetto" il Covid. Ma non è il solo

Contagious è un film che porta sullo schermo una realtà distrutta dal diffondersi di un virus: tuttavia la pellicola con Arnold Schwarzenegger non è l'unico che sembra aver predetto diffusione, sintomi e restrizioni legate al coronavirus

Contagious, il film che aveva "predetto" il Covid. Ma non è il solo

Contagious - Epidemia Mortale è il film del 2015 che andrà in onda questa sera, a partire dalle 21.15 sul canale Italia 2. Presentato in anteprima al Tribeca Film Festival, Contagious rientra nel genere di film che pongono lo spettatore davanti alla minaccia di un virus in grado di distruggere l'umanità.

Contagious - Epidemia mortale, la trama

In una Terra post-apocalittica, l'umanità si è in qualche modo inginocchiata davanti all'ascesa di un virus chiamato Necroambulist, che ha portato gli esseri umani a trasformarsi in creature molto simili agli zombie. Tuttavia, nonostante questa minaccia, la società civile ha continuato ad andare avanti.

Nelle grandi città ci sono rigidissime regole e restrizioni, compreso il coprifuoco notturno, per evitare di alzare il numero dei contagi e, dunque, dei morti. Maggie Vogel (Abigail Breslin) è una giovane che è stata morsa al braccio e, per questo, viene trasportata in ospedale, dove le viene confermato che l'infezione sta dilagando all'interno del suo corpo. Nonostante questo a Maggie viene permesso di tornare a casa con suo padre Wade (Arnold Schwarzenegger), in modo da poter passare quanto più tempo possibile insieme, prima che arrivi il momento fatidico in cui Maggie perderà la sua umanità e diventerà l'ennesimo zombie da abbattere.

Come Contagious, tutti i film che sembrano aver predetto la pandemia

È naturale che, visto il momento storico che il mondo sta attraversando da un anno a questa parte, quando nelle pellicole si affronta un'epidemia o un virus, l'immaginazione dello spettatore paragoni quello che vede sullo schermo con quello che vede fuori dalle sue finestre. Contagious - Epidemia mortale rientra in quel genere di film che, con la realtà della pandemia, ha davvero molto in comune. Sebbene il virus del film abbia il potere di tramutare le persone in zombie, alcune dinamiche che si vedono nella storia di Wade e Maggie sono quelle che in molti sono costretti ad affrontare giorno dopo giorno: il lockdown, la quarantena, il coprifuoco notturno.

Volendo spulciare nella storia del cinema moderno, non è difficile trovare film che sembrano aver in qualche modo "predetto" la pandemia che sta ancora imperversando nelle strade di tutto il mondo. Un esempio è 1975: occhi bianchi sul pianeta terra. Tratto da un romanzo breve di Richard Matheson, il film racconta di un virus venuto dalla Cina che ha lasciato le città vuote e deserte, mentre il protagonista è alle prese con la speranza di poter utilizzare un vaccino sperimentale per poter curare il male dilagante.

Dallo stesso racconto di Matheson, è stato poi tratto Io sono leggenda, film uscito nel 2007 con la regia di Francis Lawrence che vede Will Smith indossare i panni del protagonista. Oltre al contesto post-apocalittico generato dal virus e alla solitudine del protagonista, Io sono leggenda ha parlato anche della disinformazione che ruota intorno all'esplosione della pandemia. Nel film, infatti, ci sono molte scene di telegiornali e fonti di informazione con narrazione falsificate su quello che sta accadendo nelle strade. Il che, naturalmente, spinge a pensare immediatamente alle fake news che hanno popolato soprattutto i social a inizio pandemia. Sull'argomento è intervenuto lo stesso Will Smith che, apparendo come ospite a Red Talk, ha parlato proprio di Covid e di cattiva informazione, sottolineando di sentirsi responsabile proprio perché aveva preso parte a Io sono leggenda.

L'attore, diventato famoso con la serie Willy il principe di Bel-Air, ha detto: "Ho voluto essere presente perché ho fatto il film "Io sono leggenda". Perciò in un certo senso mi sento responsabile per molta disinformazione. Mentre mi stavo preparando per il ruolo ho avuto la possibilità di andare al centro per il controllo e la prevenzione delle malattie, grazie al quale ho sviluppato una comprensione di base delle nozioni fondamentali che riguardano virus e agenti patogeni, cosa che ha cambiato il mio modo di guardare il mondo. Ci sono dei concetti fondamentali che le persone non riescono a capire... quindi quello che voglio adesso è avere l'opportunità di parlare delle basi, e poi di passare la parola agli esperti".

Un classico del cinema che parla di pandemie è La città verrà distrutta all'alba, film di George Romero in cui una tranquilla cittadina viene scossa da un'epidemia che trasforma i cittadini in violenti assassini a causa di un virus contenuto nell'acqua. Elemento, quest'ultimo, che sarà poi ripreso dal film V per Vendetta. Nel film di Romero lo spettatore assiste a un'escalation sempre maggiore non solo di violenza, ma anche di paura. La cittadina viene chiusa e isolata dal mondo esterno e tutti devono sottoporsi a un controllo della temperatura corporea. È questa, infatti, che separa le persone sane da quelle infette. Oggi, nel mondo regolamentato dal Covid, è pressoché impossibile entrare in qualche luogo senza che prima non venga misurata la febbre, che deve tenersi sempre sotto al grado 37.5.

Tra i film che parlano della pericolosità dei virus, si può citare Cassandra Crossing, film del 1976 con Sophia Loren e Richard Harris. La trama della pellicola ruota intorno a un virus che riesce a uscire dai laboratori delle sperimentazioni dell'OMS a Genova, portando alla morte repentina di tutti coloro che vi entrano in contatto. Ma, una delle pellicole più citate (e più viste) quando si tratta di pandemie è sicuramente 28 giorni dopo, che vede come protagonista l'attore Cillian Murphy, noto per aver interpretato Thomas Shelby in Peaky Blinders. Il film racconta di un virus che si diffonde a Londra dopo che alcuni animalisti hanno liberato degli scimpanzé geneticamente modificati. Il protagonista è un ragazzo che si sveglia dal coma 28 giorni dopo l'inizio della pandemia e trova una Londra ormai vuota, abbandonata dagli abitanti e presa d'assalto dagli infetti.

Nel 2013, invece, arriva al cinema The Flu - Il contagio, una pellicola che ancora una volta posiziona nell'oriente la nascita di un focolaio di un virus che porta alla morte e che costringe il mondo a rivedere le proprie regole. A Budang, a Seul, in un camion che trasporta immigrati, vengono trovati i cadaveri dei clandestini. L'unico sopravvissuto è un giovane che viene preso dai trafficanti ma quando uno di questi si ammala, il ragazzo riesce a scappare, senza sapere di essere il veicolo di un virus che si trasmette per via aerea.

Ben presto in città vengono costruite zone di quarantena e l'esercito comincia a vegliare nelle strade, affinché l'isolamento e le restrizioni vengano portate in atto da tutta la popolazione. Come nel caso del coronavirus, anche in The Flu, con il suo virus H5N1, i primi sintomi hanno a che fare con colpi di tosse. Intanto gli ospedali, sempre più pieni, cominciano a dare segno di cedimento, mentre il panico viene diffuso dai politicizzanti che spingono la popolazione a fare scorta di beni di prima necessità, assembrandosi nei supermercati, o cercando di scappare dalla città prima che il governo chiuda tutto. Azioni, queste, che somigliano molto a quelle viste nei telegiornali nel marzo 2020, all'inizio della pandemia da coronavirus.

Come Contagious, anche Carriers-Contagio letale è un film che racconta una pandemia mettendo al centro della narrazione il tema della famiglia. In questa pellicola spagnola del 2009, il mondo è alle prese con una pandemia che sembra non lasciare scampo. Due fratelli decidono di mettersi in macchina per cercare di raggiungere il Messico, dove si spera ci possa essere una sorta di vaccino. Durante il viaggio, però, i due entrano in contatto con un padre e una figlia, entrambi infetti, con cui sono costretti ad affrontare il viaggio, con la mascherina a coprire le vie aeree.

Il film che maggiormente sembra aver predetto la pandemia da coronavirus è però Contagion, il film di Steven Soderbergh del 2011, presentato al Festival di Venezia. Nel film - che vede un cast stellare che va da Matt Damon a Gwyneth Paltrow - il contatto tra un pipistrello e un maiale porta alla creazione di un virus che in poco tempo comincia a sterminare la razza umana. Proprio come il Covid-19, il MEV-1 si presenta come un virus che attacca il sistema respiratorio, provocando tosse, febbre alta e difficoltà nella respirazione. Tutti sintomi, questi, simili a quelli del coronavirus. L'unica differenza è che MEV-1 ha un grado di letalità decisamente maggiore, che porta i contagiati a delle morti veloci e irrefrenabili.

Altri elementi in comune tra Contagion e la pandemia ancora in corso è la provenienza del virus: in entrambi i casi, si tratta di epidemie che vengono dall'Est. Il Covid viene da Wuhan, mentre il MEV-1 ha origine all'interno di un casinò di Hong Kong.

In Contagion, inoltre, non mancano i riferimenti alle fake news e ai complotti: lo si vede bene nel personaggio interpretato da Jude Law, un blogger che per qualche like in più non solo si "accontenta" di fare cattiva informazione, ma arriva addirittura a inventarsi complotti e mentire su un medicinale in grado di debellare il male.

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