Una coppia che resiste è fatta da "Supereroi"

È consuetudine fare film su coppie che scoppiano, ma ci vuole molto più coraggio a girarne uno su due che stanno insieme, nonostante il trascorrere degli anni

Una coppia che resiste è fatta da "Supereroi"

È consuetudine fare film su coppie che scoppiano, ma ci vuole molto più coraggio a girarne uno su due che stanno insieme, nonostante il trascorrere degli anni. Non fa notizia se un uomo e una donna non si lasciano, mentre, al giorno d'oggi, dovrebbe essere il contrario, visti i numerosi casi di persone che rompono il rapporto. Ci pensa Paolo Genovese a farsi carico di un soggetto così «rischioso», come raccontare la normalità tra due innamorati di fronte alla prova del tempo. Non a caso, ribattezzati Supereroi, perché occorre avere dei poteri speciali per provare a superare gli inevitabili momenti difficili che, in vent'anni, attraversano le coppie. Stesse situazioni che, in periodi diversi delle vita, vengono affrontate in maniera completamente differente. Come Anna e Marco che, a Milano, si conoscono per caso, riparandosi in un portone a causa della pioggia. Lei aspira a diventare fumettista ed è impulsiva. Lui, più compassato, è un professore di fisica che applica a ogni comportamento le leggi insegnate in Università. Marco sta per andare a vivere con Pilar, futuro medico, ma quando rivede Anna la passione li travolge. Sono destinati a stare insieme e, come mostra il film con continui salti temporali, lo restano anche dopo tanti anni. Genovese ci fa vedere a quale prezzo, tra equilibri precari, scontri, incomprensioni, fughe in avanti, silenzi, brevi rotture, perché nessuno dice che sia facile: l'importante è non arrendersi e fare di tutto per venirsi incontro. A tenere insieme i due è l'amore, anche se il tempo li fa cambiare e il destino finirà per colpirli, a turno, pesantemente. «Una coppia è tale se dura. Altrimenti, sono solo due persone che stanno insieme» è il ritornello di tutta la storia, ottimamente interpretata da Jasmine Trinca e Alessandro Borghi che sanno lavorare in sottrazione, rendendo credibile ogni scena. Da Perfetti sconosciuti, la più bella commedia italiana degli ultimi anni, Genovese non incantava alla regia.

Ci sono dei difetti, sia chiaro. I dialoghi in alcuni momenti sono eccessivi e i personaggi di contorno restano troppo ai margini. Ci sono però scene molto belle, come lo scambio di sguardi in discoteca tra i due. Bravo Genovese.

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