La lezione del Boss

Ecco cosa ha detto Bruce Springsteen nel suo discorso di introduzione della sua "E Street Band" nella Rock and Roll Hall of Fame

La lezione del Boss

La band, una somma di addendi che può dare esiti umanamente incendiari e musicalmente portentosi, ma il cui risultato si sottrae quasi sempre a un calcolo matematico. Prendete la band più longeva tra i mostri sacri del rock, i Rolling Stones, certo non un combo di virtuosi, ma sempre in grado di stregare il pubblico.

Basterebbe dare un'occhiata agli esordi della band per antonomasia, i Beatles, e capire come una passione comune e un talento non ancora sbocciato scatenarono un fenomeno che ancor oggi rende perplessi sociologi e musicologi. Ma il rock'n'roll è essenzialmente una creatura a stelle e strisce e Bruce Springsteen rimane un'autentica icona popolare americana. Più di The Band, Grateful Dead, Stooges, Allman Brothers, solo per citarne alcune.

Ecco cosa ha detto il Boss l'altra sera nel suo discorso di introduzione della sua "E Street Band" nella Rock and Roll Hall of Fame, da consumato oratore, recitando quasi a memoria, dispensando tanto autentico amore e pure un po' di zucchero hollywoodiano.

Ma, per superare la prova del tempo, una band ha bisogno del successo (che da solo non basta, come dimostrato da esempi illustri) e di rapporti umani a prova di bomba.

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