Così è "Rinascere" dopo una tragedia

Il film su Manuel Bortuzzo, il nuotatore paralizzato per una sparatoria

Così è "Rinascere" dopo una tragedia

La sua è una vicenda che ci ha colpiti tutti. Tanto. Nel male per l'ingiustizia subita e nel bene per la speranza e l'esempio che ha dato. È la storia di Manuel Bortuzzo, la promessa del nuoto, colpito da due proiettili indirizzati a un altro ragazzo e, per questo, rimasto paralizzato. Dopo la tragedia, il buio, lo sconforto, inizia la rinascita: la forza, la decisione di riprendersi la vita in mano, la riabilitazione, il ritorno in piscina, la trasformazione in un simbolo per molti ragazzi in carrozzina e non solo. La sua storia ora diventa un film tv in onda domenica alle 21.25 su Raiuno. Tratta dall'omonimo libro Rinascere scritto dallo stesso Bortuzzo, la fiction in una sola puntata è coprodotta da Rai e Moviheart.

Un film che parte proprio dal momento del dramma, nella notte tra il due e il tre febbraio 2019 all'Eur a Roma. Non arriva a toccare la seconda parte della vita di Manuel, lo sbarco in tv, l'ingresso nel Grande Fratello dove si era fidanzato con Lulù Selassie. Comunque Manuel è molto contento di come la sua vita è stata tradotta nel film: «È super fedele al libro, è realistico. Non rinnego nulla di quello che ho fatto». Il nuotatore ormai divo tv sente la responsabilità di essere diventato un simbolo «ma non mi pesa perché per essere quello che sono devo solo essere me stesso». A interpretare Bortuzzo nel film è Giancarlo Commare: «Quando me lo hanno proposto, ho avuto un momento di panico. Poi mi sono catapultato nel mondo di Manuel, sono anche andato in piscina per imparare come ci si tuffa e mi sono portato sempre dietro il suo libro». La scena più difficile è stata quella del risveglio: «Mi sono chiesto come mi sarei sentito se fosse stato vero».

Alessio Boni interpreta il padre Franco: «Il cardine di questo film - spiega l'attore - è la dignità con cui la famiglia ha affrontato il dolore.

Una volta ho sentito Manuel dire in un'intervista che non era contento della condanna ai due giovani che lo hanno ferito, che non ce l'aveva con loro perché non era colpa loro se erano nati in quella realtà. È un grande esempio».

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