"La crisi della musica pop? Tutta colpa dei telefonini"

Il rapper e giudice di "The Voice", J Ax, prepara un nuovo cd per il 2015

"La crisi della musica pop? Tutta colpa dei telefonini"

nostro inviato a Torino

J Ax no, lui non fa una grinza: da oltre vent'anni continua a fare il suo rap, è diventato discografico di se stesso, dice quel che pensa e, piaccia o no (e a qualche critico no), quando lo dice graffia sempre. Il pubblico da prima serata l'ha scoperto soprattutto grazie a The Voice ma due generazioni di tifosi lo seguono senza se e senza ma. Per capirci, l'album pubblicato prima che lui sbarcasse nel talent di Raidue era arrivato al disco di platino, a dimostrazione che la sua carriera non aveva bisogno di un farmaco salvavita. Dopotutto J Ax più che un fuoriclasse è un fuori ruolo: fa quel che vuole. Poi ora è pure dimagrito e la sua vanità si sente molto meglio: «Alla mensa di The Voice perdere chili è facilissimo: ci sono soltanto bresaola e riso in bianco», scherza non si sa fino a quanto. In ogni caso anche l'altro giorno agli Mtv Digital Days ha fatto capire che non usa giri di parole e che pure in questa stagione resterà tra i pochi a dettare l'agenda dello showbiz. Sentite qui.

Dicono, caro J Ax, che lei con il talent show abbia attaccato il cappello al chiodo.

«È talmente vero che non so neppure se lo rifarò. Ora penso al mio nuovo disco che sarà come deve essere un disco: lungo, con tante canzoni, credo venti. E ragionato, pensato, costruito. Questa è la mia cosa più importante al momento».

Quando uscirà?

«Primi mesi 2015».

Farlo bene le conviene pure: ormai è diventato discografico di se stesso. Con Fedez ha fondato la Newtopia.

«Hai capito perché dimagrisco? Quella è una attività h24 ogni giorno. Per dimagrire funziona meglio di una dieta».

In generale la discografia è alla canna del gas.

«E sappiamo anche qual è la causa principale».

Scusi?

«Beh perché crede sia stata introdotta la banda larga per il traffico web?? Perché in quasi tutti gli spot dei fornitori di servizi telefonici c'è uno smartphone con immagini o musica? Il messaggio è chiaro: la gente prende la banda larga per scaricare film (soprattutto porno) e canzoni piratate, mica per mandarsi email: per quelle basterebbe quasi sempre anche una connessione a 56k. Insomma la telefonia è una delle cause della crisi discografica».

Quindi?

«Quindi facciamo che dei 35/40 euro che di media si spendono al mese per la banda larga, una parte vada anche alla discografia e alle case cinematografiche. Basterebbe introdurre un semplice algoritmo che contabilizzi quanti giga di musica o di film ciascuna utenza ha scaricato in un mese. E versare il corrispettivo ai produttori».

Fosse così immediato...

«È anche vero che la politica se ne è sempre fregata di queste cose».

Ma tanto tra poco non ci sarà più bisogno di “rubare” la musica. Diventerà gratis. Ha visto che cosa hanno combinato gli U2 con iTunes?

«Ma chi se ne fotte degli U2. È ovvio che se vuoi rimanere a tutti i costi il numero uno in circolazione ti devi inventare cose del genere, che magari coprono mancanza di ispirazione. Di certo i preferisco i Rem, che a un certo punto hanno capito che non avrebbero potuto far di meglio di quanto avevano già fatto e si sono sciolti».

Non cambi discorso: gli U2 e il cd.

«La loro invenzione su iTunes non rappresenta di certo la fine dell'idea di album. Io, ad esempio, non so neppure dove mettere i cd, non ho più neanche gli scaffali per riporceli dentro. Ma gli album continueranno a esistere per sempre: i compact disc e i vinili magari diventeranno solo dei feticci. Ma la musica organizzata canzone dopo canzone in un solo progetto non sparisce».

Però ultimamente è la qualità a latitare.

«Dipende da come ci poniamo noi. Ad esempio, pur rispettando la loro bravura, non è che i Coldplay siano intoccabili. C'è diritto di critica? Allora io dico che i Coldplay scrivono dei testi che spariscono di fronte alla profondità di quelli di Cesare Cremonini, per esempio. In Italia dobbiamo sprovincializzarci, smetterla di baciare la pantofola agli stranieri. E ringiovanirci: che senso ha oggi scrivere articoloni sui Beatles o Patti Smith?».

Più che altro bisogna avere idee nuove. Lei?

«Beh ad

esempio il mio disco uscirà con un libro antologico su di me, che sto scrivendo con un'altra persona. Dopo il successo dei miei Axforismi (la collezione di battute e aforismi - ndr) mi sembra un'idea mescolare i due universi».

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