"Sono nata geniale, perfida e un po’ folle". Si descrive così Cruella, meglio conosciuta come Crudelia De Mon, la cattiva più cattiva tra i villain Disney. È tornata dopo ben 60 anni sul grande schermo, ("La carica dei 101" è del 1961), nel nuovo live action della multinazionale statunitense, uscito oggi, 26 maggio, al cinema, e disponibile tra due giorni anche sulla piattaforma Disney Plus con accesso VIP. Questa volta, però, sarà la protagonista indiscussa della storia.
Dopo il successo avuto con i due capitoli di "Maleficent", la Disney è tornata a chiedersi da cosa fosse originata la malignità dei suoi "cattivi". Crudelia non poteva non essere la seconda della lista. "È probabilmente l’antagonista Disney più iconica di tutti i tempi, perché è così deliziosamente malvagia – ha detto di lei Andrew Gunn, produttore del film -. È stravagante, alla moda, logorroica, manipolatrice, subdola e ovviamente anche un po’ matta, tutte qualità tipiche di un personaggio che ami odiare".
La trama di "Crudelia"
Cruella si chiama in realtà Estella. Fin dalla nascita è una bambina diversa dagli altri, con i capelli bicolore, bianchi a sinistra e neri a destra, incline all’ira ma geniale. Fin da piccola, mostra un certo talento per la moda. Dopo essere stata cacciata da scuola, a causa di un temperamento a tratti aggressivo, Estella e sua madre decidono di trasferirsi a Londra, così che la ragazzina possa iniziare a studiare per diventare una stilista di successo.
La Londra anni ’70 è l’epicentro della moda e dell’anarchia. La cultura punk è contrapposta all'establishment e allo stile mod. Non è un caso che la storia di questa stilista ribelle sia ambientata proprio qui.
A pochi chilometri dalla metropoli, durante una sosta "necessaria", la madre di Estella muore, aggredita da tre cani dalmata. La bambina crede di essere la responsabile di questo incidente. Scappa e insieme al cagnolino Buddy arriva nella città dei suoi sogni. A Hyde Park davanti a una fontana, Estella promette alla madre che sarebbe diventata una "brava" ragazza. Si tinge i capelli di rosso e nasconde la sua reale personalità.
Per le strade della capitale inglese, Estella incontra Jasper e Horace, Gaspare e Orazio, due orfanelli come lei, che per vivere commettono piccoli furti. Diventano una famiglia e crescono insieme. Il talento di Estella viene messo a servizio del "crimine": inizia a cucire dei travestimenti che permettono ai tre ladruncoli di portare i colpi a segno. Ma questo per Estella non basta: "È un mondo di opportunità e io ero destinata a qualcosa di più nella vita". Jasper capta il desiderio dell’amica e le trova un posto di lavoro nel magazzino più alla moda della città, il Liberty, proprietà della Baronessa, una stilista un po’ vecchio stile, in cerca di qualche novità per rimanere in auge.
Estella inizia a lavorare nel grande magazzino come donna delle pulizie e fatica a farsi notare. Per quanto ci provi, non riesce a contenere a lungo il suo estro: una notte, sotto effetto dell’alcool, finisce con lo stravolgere la vetrina del Liberty. Lo stile un po’ punk di Estella piace alla Baronessa che la assume nella sua casa di moda. La ragazza crede finalmente di aver conosciuto la sua mentore e cerca di apprendere quante più cose possibili. Ma poi vede al collo del suo capo un ciondolo che le è familiare e avverte un fischio, che non sentiva dal giorno della morte della mamma. La ragazza capisce che la Baronessa c’entra qualcosa con la sua scomparsa.
"Lascia che ti dia un consiglio, non puoi avere a cuore nessun altro – le dice la nobildonna durante un pranzo di lavoro -. Chiunque è un ostacolo. Hai a cuore ciò che prova un ostacolo? Sei morta. Se avessi avuto a cuore qualcuno sarei morta. Tu hai talento. Ma hai l’istinto omicida? Questo è il dilemma". Davanti a questa ennesima provocazione, Estella ha la risposta: diventare Cruella, la versione più cattiva, egoista, spregiudicata e creativa di se stessa.
Cruella vs la Baronessa: chi è la vera cattiva?
L’unica interprete in grado di farsi disprezzare e subito dopo amare è Emma Stone. L’attrice premio Oscar è riuscita a rendere in modo magistrale la trasformazione da Estella a Cruella. La Disney lo ha sempre saputo: Emma Stone è sempre stata la prima e unica scelta per loro. "I cattivi sono sempre i più divertenti - ha commentato l'attrice parlando del suo personaggio -. Ho cercato di comprendere le motivazioni che spingono Cruella ad agire. Così scopriamo il suo lato oscuro, capendo che si tratta di un essere umano, con debolezze trasformabili in forza".
La Cruella di Emma Stone è un’orfanella cresciuta per strada, che non ha avuto la possibilità di studiare e vive di piccoli crimini insieme a dei ragazzi soli e due cani randagi. Quando inizia a vendicare la morte della madre, ad allontanare i suoi amici ed essere maleducata, lo spettatore spera che la personalità di Cruella si impossessi totalmente di Estella, ma questo momento non arriva mai. È un personaggio piuttosto dickensiano, nulla a che vedere con la Crudelia del 1961, amante della moda e soprattutto delle pellicce di cane. Il personaggio impersonato da Emma Stone ne possiede addirittura uno: potrebbe mai far del male a un cucciolo?
La sua nemesi, la Baronessa, alla fine dei conti è la vera cattiva di questa fiaba. Mentre il passato di Cruella riesce a "giustificare" le sue scelte, anche quelle sbagliate, il comportamento della Baronessa non trova scusanti. È il male assoluto. Il difficile compito di spodestare la malvagia Crudelia è stato affidato a Emma Thompson. L’attrice, a differenza, della Stone, non è sempre stata la prima scelta, ma senza dubbio quella migliore.
La magia del politically correct
Albert Einstein diceva: "È più facile cambiare la natura del plutonio, che quella della malvagità umana". Ma per la corrente politically correct, che da tempo la Disney ha abbracciato, tutto è possibile, anche trasformare Crudelia in un personaggio positivo, che piace a tutti, animalisti compresi.
Nel live action "Crudelia" ritroviamo anche i personaggi di Roger e Anita, i due padroni di Pongo e Peggie, i cani dalmata protagonisti de "La carica dei 101". Nel finale del live action ricevono in dono i loro cani. Così facendo la Disney mette in "collegamento" le due storie, come se "Crudelia" fosse il prequel del cartone animato. Ma qualcosa non quadra. Tra il primo e secondo film Disney, Roger e Anita hanno la pelle di un colore diverso (cosa possibile solo per Michael Jackson nell'arco della stessa vita). Nel cartone animato del 1961 sono due persone bianche, cantautore lui, casalinga lei; mentre in "Crudelia" hanno la carnagione scura, Roger fa l'avvocato e per lui la musica è solo un hobby. La Disney ha ceduto al politically correct, che impone la presenza di almeno un personaggio afro nella trama, non pensando che questo non fosse necessario ai fini della narrazione, anzi, avrebbe creato delle incongruenze tra "Crudelia" e il suo "seguito".
Senza parlare che la Cruella interpretata da Emma Stone è una stilista ecologista che ama i cani, tanto da perdonare gli esecutori materiali dell’omicidio di sua madre, mentre ne "La carica dei 101" è un’assassina di animali, ossessionata dalla macchie. Risulta molto difficile pensare che si parli della stessa persona. Lo spettatore alla fine della proiezione esce con gli stessi dubbi che aveva prima di sedersi davanti allo schermo: perché Estella è diventata Cruella? Servirà fare un altro film per spiegarlo.
Chi è la vera Crudelia?
Per tutti gli amanti dei classici Disney, la cattiva per eccellenza rimane quella del 1961, l’unica e inimitabile Crudelia De Mon con la sua chilometrica pelliccia bianca di castoro. Il suo personaggio è comparso per la prima volta nel 1956, anno di pubblicazione del romanzo "I cento e un dalmata" di Dodie Smith: era rappresentata come una donna molto alta con la carnagione scura. Cinque anni dopo, nel cartone animato Disney, Crudelia è sempre alta ma molto magra e pallida: sembra uno scheletro, ma con dei curiosi capelli bicolore. In lei predominano il bianco, il nero e il rosso, i colori della morte, del male e dell’inferno. È una donna dai modi sguaiati, invadente, senza scrupoli.
Per creare il suo personaggio, i disegnatori Disney prendono spunto da due attrici americane: la loro Crudelia muove la testa e gesticola con la sigaretta come Mary Wickes, ma ha la stessa forte personalità e le manie di grandezza di Tallulah Bankhead.
Il risultato piace e il personaggio viene riprodotto in varie salse. Nel 1996, la Disney realizza il primo live action ispirato al cartone animato. L’interpretazione che fa Glenn Close di Crudelia è eccezionale e rispecchia le aspettative del pubblico. È una donna profondamente avara e materialista, di quelle che pensano di poter comprare tutto con il denaro, dalla fiducia di amici e collaboratori, ai cuccioli di dalmata che le servono per realizzare i suoi capi d’abbigliamento alla moda. L’unica cosa per cui sembra provare un sentimento è la sua collezione di giacche e cappotti di pellame.
La pelliccia negli anni '60, epoca in cui sono ambientati i film Disney sui dalmata, è un vero status symbol, a causa dei suoi elevati costi di produzione. A partire dal decennio successivo, però, qualcosa nei consumatori cambia: il cappotto di pelliccia lungo fino a terra passa di moda e fa posto a giacche più corte, poi a dei piccoli inserti, fino a sparire del tutto dalle passerelle con l’era della pelliccia sintetica.
Nel 1961, Crudelia, amante delle pellicce e potenziale assassina di cani, è vista come il male assoluto. Questa è la vera rivoluzione: schierarsi dalla parte degli animali, anche quando non andava ancora di moda farlo.
La Disney, da precorritrice dei tempi, ora si limita a seguire le regole del politicamente corretto in silenzio. Ha perso la sua forza ribelle, così come è successo alla sua Crudelia, che lotta ancora contro le pellicce, pur avendo già vinto la battaglia.
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