Chi l'avrebbe detto che un ex-bracciante agricolo, ex-buttafuori, ex-operaio e la lista potrebbe allungarsi di una cittadina del Texas Orientale, Nacogdoches, di cui persino i texani faticano a pronunciare il nome e che spesso non sanno indicare sulla mappa, un giorno sarebbe diventato una specie di celebrità nazionale? Eppure Joe R. Lansdale, un campione di scetticismo cosmico se ce n'è uno, l'aveva visto scritto in quelle stelle che un campionario inverosimile di letture faceva risplendere ancor più nel cielo texano. Suo padre era analfabeta e sua madre aveva pochi anni di scuola alle spalle, ma Joe capì in tenera età che l'unica cosa che gli interessasse era scrivere storie. E la macchina da scrivere donatagli da sua madre, a prezzo di grandi sacrifici, fu la prima magia. Anche se oggi Joe ammette: «Ero noto come uno degli autori di dattiloscritti più zeppi di correzioni, un incubo per gli editori».
Joe Lansdale non ha problemi a indicare in Edgar Rice Burroughs, il creatore di Tarzan, il suo «autore sentimentalmente preferito». Insomma, chi si fosse aspettato Proust o Kafka tra i suoi modelli di riferimento resterà deluso. Ma quell'essere un autore trasversalmente popolare, gradito al grande pubblico come a scrittori ricercati e lontani anni luce dal suo universo narrativo, è proprio figlio della sua passione onnivora per la parola scritta, della sua capacità di non porsi limiti di alcun genere.
Oggi, ad Austin, si chiuderà un ciclo impronosticabile fino a pochi anni fa, con la proiezione del film-documentario All Hail the Popcorn King di Hansi Oppenheimer, già autrice di un film sulla band The Replacements. Per realizzarlo, la cineasta newyorchese si è avvalsa di testimonianze di colleghi-autori come Joe Hill (figlio di Stephen King e grande fan di Lansdale), Brian Keene, Mick Garris (secondo cui, «Uno dei motivi per cui Lansdale non si è mai spostato dal Texas e Stephen King non si è mai allontanato dal Maine è l'anonimato protettivo di una cittadina di provincia»), attori e registi, come Bruce Campbell, Don Coscarelli e James Purefoy (l'Hap della serie televisiva Hap & Leonard). Ovviamente, non manca il country di Kasey Lansdale, figlia di Joe.
Non che All Hail the Popcorn King di Hansi Oppenheimer sia giunto come un fulmine a ciel sereno, ma l'America mostra per Lansdale un certo ritardo di interesse.
Nel 2002, una troupe di documentaristi italiani (la società Movie Movie) era andata a fargli visita nel suo angolo di Texas, inserendo la sua intervista in una serie intitolata Autostrade Blu, trasmessa dalla Rai. Qualche anno dopo, un'amica torinese della famiglia Lansdale, Chiara Stangalino, già nell'ufficio stampa di Einaudi, uno degli editori italiani di Lansdale, realizzò un altro documentario su di lui.
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