Dall'autopsia di Robin Williams nessuna traccia di droghe e alcol

È stato trovato morto lo scorso 11 agosto. Nel suo organismo alcuni farmaci nelle dosi prescritte dal medico

Robin Williams al 24esimo American Cinematheque Awards a Beverly Hills
Robin Williams al 24esimo American Cinematheque Awards a Beverly Hills

La morte di Robin Williams, suicidatosi l'11 agosto scorso in California, non ha nulla a che fare con l'assunzione di droghe e alcol. Sì, in passato l'attore aveva avuto - e ammesso di avere - qualche problema, ma i risultati dell'autopsia confutano l'idea che queste due cause possano averlo portato a impiccarsi nella sua casa di Tiburon.

Secondo il medico legale che ha seguito il caso, e secondo quanto è scritto in un breve comunicato reso noto oggi, l'attore stava prendendo alcuni medicinali che gli erano stati prescritti, ma in "dosi terapeutiche". Nessun eccesso dunque e invece la conferma che la morte è avvenuta per asfissia.

Il cadavere di Robin Williams era stato ritrovato nella stanza da letto della sua abitazione la mattina dell'11 agosto. Gli ufficiali avevano parlato fin da subito di un suicidio, poiché l'attore era stato ritrovato impiccato con una cintura. La moglie, Susan Schneider, aveva poi detto pubblicamente che il marito soffriva di depressione e crisi d'ansia e che non era riuscito a digerire la diagnosi del morbo di Parkinson.

L'autopsia sul corpo

dell'attore è stata effettuata appena dopo la morte. Alcuni giorni dopo la notizia che il cadavere è stato cremato e le sue ceneri sono state disperse nella baia di San Francisco, come Williams aveva chiesto nelle sue ultime volontà.

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