Davide Esposito o l'esule del pop

Da noi nessuno lo conosce ma in Francia si è esibito con Celine Dion

Angela Lonardo

La Francia ti ama più dell'Italia? «Purtroppo sì» risponde Davide Esposito, che lo scorso dicembre ha ricevuto il Grand Prix de la Chanson Française come autore-compositore. Un premio ambito, assegnato per la prima volta ad un italiano. Nato a Napoli, Davide si è poi trasferito nelle Marche. Ma da dodici anni Parigi l'ha accolto dandogli la possibilità di scrivere musica per grandi artisti. Ovviamente, prima di partire ha provato a farsi conoscere qui da noi: «Ho presentato le mie canzoni a dei discografici italiani, ma non si è mai concretizzato nulla». Oltre a scrivere testi, Esposito suona il pianoforte, la chitarra, il basso, è arrangiatore e programmatore. La musica di Battisti, Dalla, De Gregori, ma anche la canzone napoletana, Sting e gli U2 sono i suoi riferimenti. Tra le tappe importanti della sua carriera la borsa di studio al CET di Mogol, con cui ha lavorato per tre anni suonando lungo tutta la penisola i grandi classici del suo repertorio, e le collaborazioni con big della canzone come Celine Dion e Johnny Hallyday («per i francesi è un'icona nazionale, un personaggio a metà strada tra Celentano e Vasco»). Ma lui è orgogliosissimo anche delle due recenti ed italianissime sinergie professionali con Nina Zilli e Pacifico, e guarda già oltre: «Vorrei proporre una mia canzone ad Elisa».

Intanto, dopo Amore eterno, Un uomo e Roma California, è al lavoro al suo quarto album, del quale anticipa: «Dopo tre dischi francesi in lingua italiana vorrei che il prossimo fosse in francese, così che chi da sempre ascolta i miei brani possa ritrovarsi anche nelle cose che racconto».

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