Mentre il mondo attende il verdetto del processo a Harvey Weinstein, il caso degli abusi sulle attrici scoppiato con il #Metoo americano trova campo anche in Italia. A riportare l’attenzione sugli abusi che si nasconderebbero dietro le telecamere della cinematografia mondiale è l’ex sexy star Michela Miti, icona sensuale dei film degli anni ‘80 come "Vieni avanti cretino" e "Pierino contro tutti".
Ospite di Eleonora Daniele a "Storie Italiane", l’attrice ha raccontato della torbida vicenda di cui è stata protagonista quando era poco più che sedicenne. Fatti che le sono costati la sua carriera dopo esser stata vittima delle attenzioni sessuali di un noto produttore cinematografico italiano oggi scomparso. Violenze tenute segrete per lungo tempo che Michela Miti ha raccontato alla Daniele nel suo programma mattutino: "All’epoca ero indifesa, ero solo una ragazzina, adesso avrei tanta voglia di affrontarlo, purtroppo prima non ci riuscivo, avevo paura. Non faccio il nome di questo produttore perché è morto".
Pur avendo mantenuto il massimo riserbo intorno al nome del personaggio, la Miti non si è risparmiata nel fornire dettagli delle violenze subite e cominciate durante un provino per una parte in un film: "Pensavo di affrontare un normale incontro di lavoro, ma con una scusa il mio agente se ne andò, forse un accordo tra gentiluomini. Dopo un po’ mi accorsi che la porta era stata chiusa a chiave". Con la voce rotta dall’emozione nel rivelare, dopo tanti anni, gli abusi sessuali subiti all’esordio della sua carriera, Michela Miti ha proseguito: "Rimasi sola con lui e cominciò a vantarsi delle sue conquiste in un modo volgarissimo. Mi disse che era innamorato di me, e mi avrebbe dato tutto quello che volevo. Poi a un certo punto ero seduta e lui si è avvicinato a me. Aveva mani grandi, orribili, mi ha preso la faccia, mi ha strappato la camicetta, io avevo una coda di cavallo, mi ha baciata, io non volevo e ho cominciato a piangere. Lui sudava, faceva schifo. La cosa più brutta è stata quando ho detto: ‘Questa carezza l’avrei voluta da mio padre’, che non c’era mai stato. Lui impazzì, iniziò a dire una serie di sconcezze".
Una storia terribile che ha segnato l’attrice italiana nel profondo e che, per sua stessa ammissione in diretta, le è costata anni di terapia e analisi con specialisti per riuscire a superare il trauma.
Michela Miti ha paragonato l'esperienza vissuta a un orribile film al rallentatore in cui lei era la protagonista e il produttore il "carnefice": "Volevo andarmene, mi diceva un sacco di brutture poi si è giocato l’ultima carta: ha detto che mi avrebbe dato una casa, ma gli dissi che volevo solo tornare a casa mia. Giorni dopo il mio agente mi disse che io non ero più desiderata".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.