Un'avventura cominciata male e (quasi) finita ancora peggio. Lo show di Adriano Celentano con annesso cartone animato Adrian è stato sospeso per due settimane. Con decisione consensuale del Clan del cantante e di Mediaset.
Ufficialmente la motivazione è «un malanno di stagione», per cui il Molleggiato «non potrà guidare Aspettando Adrian e la serie annessa per almeno due settimane, così come prescritto dai medici curanti». Insomma, pare che Celentano abbia una bronchite. Ma, vista la contorta e complessa gestazione del cartone animato, non si può non pensare che le ragioni siano anche altre.
Dopo una decina d'anni di preparazione, un tentativo di farlo andare in onda sui canali Sky finito a carte bollate e dopo l'approdo a Mediaset, già dalla prima puntata del 21 gennaio si era capito che il pubblico non aveva apprezzato l'intera operazione. Quella sera lo share si era fermato al 20% complessivo e poi aveva preso la china, nelle puntate successive, fino ad arrivare a meno del 10% lunedì scorso. Serata in cui il Molleggiato - probabilmente già malato - non si era fatto vedere né sentire ma si era fatto clonare da Max Tortora, il che faceva presagire che qualcosa stava andando ancora peggio. Nelle prime puntate aveva proprio giocato sulla sua presenza-assenza nello show in diretta dal teatro Camploy di Verona che serve da introduzione alla serie animata. Si era mostrato in carne e ossa senza parlare e bevendo solo un bicchier d'acqua o aveva fatto sentire solo la sua voce usando l'espediente del confessionale. Visto la mala parata degli ascolti, nella terza serata aveva provato a tirar su l'Auditel intonando un suo cavallo di battaglia, Io non so parlar d'amore, ma la sua voce non era servita a invertire la rotta.
Infine la sospensione per due settimane e poi chissà: mancano ancora cinque puntate per finire la serie. Resta lo sconcerto per la decisione: certamente il Molleggiato è il patron dell'intera operazione e in qualche modo deve guidare lo show di accompagnamento, ma come non si è presentato lunedì scorso in teatro così poteva fare anche nelle prossime settimane senza cancellare lo spettacolo.
Tanto Giovanni Storti, Nino Frassica e Natalino Balasso potevano tranquillamente continuare a inscenare quella mezz'ora di introduzione, scegliendo chi deve entrare nell'arca di Noè e sparando qualche frecciatina innocua al governo su questione immigrati, reddito di cittadinanza, quota 100 e via elencando. Ma, si sa, Celentano è un artista imprevedibile, che non risponde ad alcuna logica di buonsenso o di mercato. Quando si mette in testa un progetto, nulla lo può fermare, né la delusione degli ascolti, né lo sbigottimento del pubblico e dell'azienda che lo ospita, né le critiche. Ci ha messo dieci anni per partorire una serie animata giudicata da molti infantile e con un linguaggio vecchio rispetto al mondo dell'animazione. Ma a lui non importa, considera Adrian, l'eroe impavido che lotta contro la dittatura per salvare il mondo e far riapparire la bellezza, il suo testamento.
Per realizzarlo sono stati impiegati molti soldi (si parla di un esborso di una quindicina di milioni da parte di Mediaset), molti artisti, dal disegnatore Milo Manara (che poi si è dissociato), al compositore Piovani allo sceneggiatore Cerami, a centinaia, dicasi centinaia di autori. Uno sforzo colossale che si è trasformato in un grande pasticcio. Chissà se - e su quale canale - vedremo le ultime puntate...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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