"Ecco i Muppets", il web è il loro nuovo bersaglio

I celebri pupazzi tornano alle origini: satira corrosiva e attenzione ai fenomeni di costume

"Ecco i Muppets", il web è il loro nuovo bersaglio

Los Angeles. Ecco i Muppets. Kermit la rana, la sua vanesia ex, Miss Piggy, l'orso Fozzie e tutti gli altri azzeccati personaggi che sul finire degli anni Settanta tanto avevano divertito, ritornano, sulla piattaforma streaming Disney+, dal 6 novembre con una serie simile all'originale, anche se arricchita di spunti contemporanei. La prima puntata di Ecco i Muppets (titolo originiale Muppets Now) inizia infatti con la marionetta Scooter che avverte Kermit della necessità di caricare online le prime puntate dello show. Cosa che porterà a una serie di proteste da parte dei narcisisti protagonisti, Miss Piggy in testa, che ne vorrebbero rivedere l'editing. Non c'è tempo, lo spettacolo deve iniziare.

«Le puntate sono sei - dice al New York Times Leigh Slaughter, vicepresidente dei Muppets Studio, ora parte dell'universo Disney - e hanno l'intento di riportare il pubblico all'anarchia delle origini, pur con un occhio al mondo contemporaneo». La satira sull'universo internet è dunque evidente: Miss Piggy e lo Chef Svedese saranno protagonisti di video amatoriali simili ai tanti che affollano i social network.

Il Muppet Show era arrivato in televisione nel 1976 e aveva continuato a intrattenere grandi e piccini fino al 1981, animato dalla fantasia e dalla creatività del suo inventore, Jim Henson, che l'aveva immaginato come una satira del mondo dell'intrattenimento, proponendo il backstage di uno spettacolo teatrale maldestramente diretto da una rana e popolato di eccentriche marionette e di qualche famoso ospite in carne ed ossa. Negli anni, sul palco dei Muppets si sono susseguiti artisti del calibro di Peter Sellers, Julie Andrews, Elton John, Liza Minelli, Johnny Cash e Sylvester Stallone.

La popolarità della serie televisiva portò alla realizzazione di un primo film, The Muppet Movie (1979) che ebbe notevole successo e che convinse la Disney ad acquistare i diritti sul marchio. Un secondo film, The Muppets, del 2011 prodotto dalla casa di Topolino, arrivò persino alla notte degli Oscar, vincendo la statuetta per la migliore canzone originale, Man or Muppet, di Bret McKenzie; ma il film successivo, Muppets Most Wanted (in Italia Muppets 2 - Ricercati), del 2014, non andò bene, così come poco successo ebbe la serie tv del 2015, nonostante la nota sensazionalistica legata alla rottura sentimentale fra Kermit la rana e Miss Piggy.

Non aveva funzionato il tentativo di assimilazione ad altri format televisivi. «I Muppets - dice ora Leigh Slaugther - devono continuare a fare i Muppets. Abbiamo capito che occorre celebrare il fatto che quegli strani personaggi devono continuare a convivere, a essere scemi e a giocare e divertire come alle origini».

Il successo era tornato nel 2017 e nel 2018 con un paio di spettacoli dal vivo, a Los Angeles e a Londra, che includevano pezzi classici, come le canzoni Mahna Mahna e Rainbow Connection. Risultava chiaro, dunque, che il successo dei Muppets era legato all'operazione nostalgia. Da qui la decisione di avvicinare questa nuova serie alla formula originale: «Se allora lo show rappresentava una parodia dei successi televisivi del tempo, da Sonny and Cher, all'Ed Sullivan Show, ora il punto di riferimento sono i video di Youtube», spiega Slaughter.

In Ecco i Muppets ci saranno quindi consigli di bellezza tenuti dall'immarcescibile Miss Piggy, tutorial di cucina dello Chef Svedese, e laboratori di chimica in cui tutto finisce ridotto in cenere.

La maggior parte degli sketch sono stati girati prima della pandemia, ma qualche residua parte ha richiesto il lavoro da casa degli autori. «Fatto che si è rivelato utile perché ha conferito un'estetica fai-da-te gradevolmente simile a quella dei video su internet a cui ci riferiamo».

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