Ecco perché la regina Elisabetta II non sarà mai regina d'Inghilterra

Siamo abituati a definire la regina Elisabetta con il titolo “regina d’Inghilterra”, ma in realtà stiamo commettendo un errore dovuto non solo alla complessa “interpretazione” di alcuni titoli nobiliari inglesi, ma anche a una questione geografica

Ecco perché la regina Elisabetta II non sarà mai regina d'Inghilterra

Se chiedessimo a un passante chi è la regina Elisabetta, o magari gli mostrassimo una sua fotografia senza dire nulla, molto probabilmente ci risponderebbe che la donna ritratta è la regina d’Inghilterra. Nessuno avrebbe da ridire su questa “definizione”, eppure tecnicamente non è corretta. Certo, la sovrana inglese è uno dei volti più riconoscibili a livello mondiale. La sua effigie compare sulle monete di 35 Stati, raggiungendo un primato. Elisabetta II è sul trono britannico dal 6 febbraio 1952, quando aveva solo 25 anni (ma l’incoronazione si svolse il 2 giugno 1953). È la quarta monarca più longeva della Storia. Pensate che il suo regno ha superato perfino quello del re maya Pakal il Grande, che guidò il suo popolo dal 615 al 683.

Per diventare la regina più longeva in assoluto Elisabetta dovrà superare altri tre “contendenti”, tra cui il primo in classifica fino a oggi, cioè il Re Sole, che regnò per 72 anni e 110 giorni. Per adesso la regina Elisabetta rimane comunque la sovrana più longeva della storia britannica, dopo aver superato l’antenata Vittoria, sul trono per 63 anni e 216 giorni. Il tempo è decisamente dalla sua parte, l’ha aiutata a diventare un’icona mondiale, una specie di Monna Lisa vivente (chi non conosce il quadro La Gioconda?). Nonostante tutti questi primati e la fama che accompagna la sovrana, però, quasi tutti continuiamo a commettere lo stesso errore quando la indichiamo su una foto, ne parliamo, perfino quando scriviamo di lei.

Il fatto interessante è che molto spesso sappiamo di sbagliare, ma l’abitudine, la convenzione e l’obiettivo di una comunicazione facile e rapida ci fanno sorvolare sull’inesattezza. L’equivoco nel titolo di regina d’Inghilterra, però, è di non poco conto e si porta dietro le conseguenze di importanti cambiamenti politici e geografici. Il magazine Express ci spiega meglio la questione. Il titolo di nascita della monarca è Sua Altezza Reale la principessa Elisabetta di York. Dunque Lilibet è nata principessa, ha da sempre il trattamento di altezza reale (lo stesso tolto a Harry e Meghan, per intenderci) ed è la figlia di re Giorgio VI (in carica dal 1936 al 1952). Quest’ultimo non era destinato a regnare e suo padre, Giorgio V (in carica dal 1910 al 1936), lo nominò duca di York nel 1920 (ecco perché la giovane Lilibet ha quel “di York” nel nome).

Come sappiamo il fratello di Giorgio VI, Edoardo VIII, abdicò per sposare Wallis Simpson e la storia inglese cambiò in favore di Elisabetta. Quando Giorgio VI morì, il 6 febbraio 1952, sua figlia divenne Elisabetta II, per grazia di Dio, del Regno Unito, della Gran Bretagna, dell’Irlanda del Nord e regina dei suoi altri regno e territori, Capo del Commonwealth, Difensore della Fede. Questo è il titolo completo e ufficiale della regina Elisabetta. Una sovrana un po’ “sfortunata” da un certo punto di vista, poiché all’inizio del suo regno i fasti degli antichi domini indiani e irlandesi erano già Storia. Suo padre fu l’ultimo imperatore dell’India e l’ultimo re di tutta l’Irlanda.

Elisabetta II è anche conosciuta con altri titoli non ufficiali. Per esempio in Canada è “Mother of all People”, “Madre di tutto il Popolo”, in Giamaica “The Queen Lady”, “La Signora Regina”. Per i Maori in Nuova Zelanda la regina Elisabetta è “Kotuku”, ovvero “L’Airone Bianco”, alle Isole Fiji “Tui Viti” oppure “Vunivalu”, che significa “regina”, mentre nelle Channel Islands è conosciuta come il Duca di Normandia. Eppure Elisabetta II non è regina d’Inghilterra. A dire il vero l’ultima vera regina d’Inghilterra fu Elisabetta I, la “Regina Vergine”, ultima dei Tudor (in carica dal 1558 al 1603). Per capirne il motivo dobbiamo tornare indietro nel tempo. Come spiega il sito Royal Central per secoli Inghilterra e Scozia sono stati due regni separati e in lotta tra loro.

L’Inghilterra era uno Stato unitario dal 927, mentre il Regno di Scozia risale all’843. Quando Elisabetta I regina d’Inghilterra e d’Irlanda morì, nel 1603, non lasciò eredi diretti e a quanto pare non nominò alcun successore. Gli storici dibattono su quale fosse realmente la sua volontà in proposito, ma la verità non è mai venuta a galla. Forse Elisabetta I avrebbe preferito che a regnare dopo di lei fossero i discendenti della sorella, Maria Tudor, ma è probabile che non lo sapremo mai. Questa incertezza portò sul trono l’unico personaggio abbastanza potente da poter rivendicare la Corona, ovvero re Giacomo Stuart di Scozia (1603.1625). Questo sovrano venne incoronato Giacomo VI di Scozia e Giacomo I d’Inghilterra e d’Irlanda. La doppia nomenclatura ci ricorda soltanto che in Inghilterra Giacomo fu il primo re con questo nome, mentre in Scozia vi erano stati altri regnanti omonimi prima di lui. Quando ereditò l'Inghilterra Giacomo era già re di Scozia dal 24 luglio 1567, ovvero quando aveva solo un anno. Con lui, per la prima volta, i regni d’Irlanda, Scozia e Inghilterra vennero, così, unificati.

Piccolo dettaglio: Giacomo divenne sovrano d’Inghilterra tramite una proclamazione ufficiale fatta da un consiglio noto come Consiglio di Accessione. Non era mai accaduto prima, ma da quel momento sarebbe divenuta la prassi per l’incoronazione di tutti i monarchi inglesi. L’unione delle Corone sotto un unico sovrano non coincise fin da subito con una effettiva fusione degli Stati, i quali continuarono a mantenere Parlamento e leggi separati (la doppia nomenclatura di re Giacomo è prova evidente di questo). Per l’unificazione ufficiale dovremo attendere l’Atto di Unione del 1707, quando Inghilterra e Scozia unirono i loro destini divenendo il Regno Unito di Gran Bretagna. Questo nome deriva da quello dell’isola più grande d’Europa, la Gran Bretagna appunto, che è anche la più estesa dell’arcipelago britannico.

Il Regno d’Irlanda, invece, venne inglobato solo nel 1801 e la denominazione del nuovo Stato cambiò di nuovo in Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda (infatti dire Gran Bretagna per intendere l’intero Regno Unito sarebbe improprio, benché ormai sia un’abitudine consolidata). Nel 1922, dopo la Guerra d’Indipendenza irlandese (1919-1921) che vide sconfitti gli inglesi, la situazione politica cambiò ancora. Infatti il Trattato anglo-irlandese post-bellico lasciò alla Corona inglese solo l’Irlanda del Nord. Il cerchio si chiude. Ecco perché la regina Elisabetta non può essere chiamata regina d’Inghilterra e per quale motivo il suo potere non si estende su tutta l’Irlanda. L’Inghilterra ha mutato il suo volto politico. Non esiste più in quanto reame o Stato indipendente. Dunque non ha senso definire l'attuale sovrana "regina d'Inghilterra".

Oggi la regina Elisabetta regna sui territori conosciuti con il nome di "Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord". Domini che comprendono, oltre all’Irlanda del Nord, la Scozia (con buona pace di Sean Connery), il Galles e, appunto l’Inghilterra.

On the day The Queen visited The Royal Philatelic Society, we are sharing these archive photographs featuring members of The Royal Family. You can also take part on our quiz by clicking on our Instagram story. The photographs (1-4) taken by Dorothy Wilding, of Her Majesty in 1952, were used as the basis of The Queen’s image on postage stamps from 1953 until 1971. In two sittings, photographer Wilding took 59 images of The Queen. In 5, Arnold Machin’s effigy of The Queen, which has featured on UK stamps since 1967, is widely considered to be one of the most reproduced and iconic images in the world. It has been re-printed an estimated 220 billion times, in more than 130 different colours. In 6, the world’s first stamp, the Penny Black, featured an effigy of the head of Queen Victoria, as engraved by William Wyon (official chief engraver at the Royal Mint) to mark her coronation in 1838. Special stamps have been produced featuring The Queen, including for Her Majesty’s 80th Birthday in 2006 and The 60th Anniversary of The Queen’s Coronation in 2013. PA & Royal Collection Trust

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