Emilia Clarke: "Durante Il Trono di Spade non volevo deludere gli altri e me stessa"

Emilia Clarke, interprete di Daenerys Targaryen ne Il Trono di Spade, racconta come la serie tv le abbia rubato la giovinezza: "Sono stata travolta dal peso di avere una grandissima responsabilità"

Emilia Clarke: "Durante Il Trono di Spade non volevo deludere gli altri e me stessa"

Nell’immaginario di chi ha seguito le otto stagioni della serie televisiva Il Trono di Spade, Emilia Clarke è la leggendaria Daenerys Targaryen. Eppure, poco prima di accettare il ruolo, l’attrice ha raccontato di aver vissuto un periodo di grande caos interiore.

Presente in tutti gli episodi della serie tv statunitense, Emilia Clarke ha interpretato il ruolo della Madre dei Draghi dal 2011 al 2019, anno in cui Il Trono di Spade ha annunciato la chiusura definitiva. Per otto lunghi anni, quindi, la Clarke è stata impegnata sul set rinunciando agli anni più importanti della sua gioventù. “L’età che va dai venti ai trenta è quando ti rendi conto tutto d’un tratto di non essere più un adolescente, ma decisamente neanche un adulto – ha raccontato in una intervista per Vanity Fair - . Ti vuoi divertire e non capisci cosa siano le responsabilità [...]Io sono stata travolta dal peso di avere una grandissima responsabilità verso la serie, ma sentivo anche di essere una giovane donna a cui era stata data una grande occasione”.

Sapevo che era un onore e un privilegio poter essere lì e non volevo sprecarlo, non volevo distruggere con la foga e la confusione dei vent’anni una cosa così grande – ha continuato a spiegare Emilia Clarke - . Non volevo deludere gli altri e non volevo deludere me stessa. Il saggio è stato terapeutico, amo scrivere. Ma questo non significa che io non abbia comunque vissuto il lutto di una gioventù non vissuta. All’inizio del mio lavoro pensavo ‘cavolo, dovrei essere lì fuori a divertirmi come gli altri: vento nei capelli, niente responsabilità, libertà totale’”. Invece,Il Trono di Spade le ha tolto quella spensieratezza tipica di una giovane donne. Questo, però, non l’ha mai portata a pensare di abbandonare quel ruolo.

“Il senso di responsabilità è radicato nel mio Dna. Il mio monologo interiore, quando sono stata in ospedale è sempre stato: ‘Non ho tempo per pensare a questioni di vita o di morte. Devo andare avanti. Devo tornare al lavoro’ – ha detto Emilia Clarke, ricordando i due aneurismi cerebrali che l’hanno costretta ad un lungo stop - . Quel monologo non era un peso, era la mia motivazione. È da lì che viene la mia ambizione ed è al 100% la cosa che mi ha salvato la vita”. “Siamo così abituate a essere sminuite, le persone pensano che una non sia in grado di fare qualcosa a causa di un paio di tette – ha continuato l’attrice - . La sfida di voler dimostrare il contrario è stata la cosa che mi ha tenuto in vita”.

Così, ricordando proprio i periodi più difficili della sua vita, la Clarke ha aggiunto: “La saggezza non è facile da ottenere e spesso si conquista attraversando il dolore. Ho capito che la vita ha voluto insegnarmi tante cose.

Arrivare a essere saggi è una cosa che costa fatica”. Ora che un grande passo è stato compiuto, quindi, l’attrice è certa che la parte più difficile della sua vita sia passata e lei non può fare altro che godersi il successo e la popolarità.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica