Emma rinasce come lady soul. "Sono sposata con la musica"

Orchestra e nuovi arrangiamenti all'Arena di Verona: "Non so dove sto andando, ma so che mi sto muovendo"

Emma durante il concerto all'Arena  di Verona
Emma durante il concerto all'Arena di Verona

nostro inviato a Verona

Altro che crisi. Emma ha fatto come si deve: è rinata dopo aver metabolizzato la batosta all'Eurovision Song Contest. È la Emma 2.0, come conferma anche lei, che è sempre più determinata quasi le sconfitte fossero più nutrienti delle vittorie: «Mica si può vincere sempre, ci si deve abituare ad arrivare ultimi o anche solo ventunesimi». Concerto all'Arena di Verona. Tutto esaurito anche alla faccia della pioggia impertinente che ha rovinato le prove (effettuate all'ultimo momento mentre il pubblico stava entrando), scordato gli strumenti dell'orchestra e inseguito tutto il concerto piagnucolando gocce qui e là.

La ragazzina che ha vinto Amici e convinto due Festival di Sanremo, che è in rotazione da anni sui network radiofonici e in neppure un lustro ha accumulato ben 11 dischi d'oro (all'estero un risultato così garantirebbe i peana della critica, qui molto meno), ha messo in piedi uno show kolossal che la rende quasi irriconoscibile: più soffusa, quasi sofferente, più sensuale e meno monella di come ha abituato il proprio pubblico. Gli arrangiamenti, poi: basta ascoltare la nuova versione di Calore, molto soul, ispirata a Together degli XX nella colonna sonora del Grande Gatsby: sostanzialmente diversa rispetto a quella che cantò un sabato pomeriggio ad Amici. E forse una piccola spiegazione di questo rinnovamento si trova nel suo primo look, una sorta di abito da sposa a conferma che, come dirà poi nei camerini, «sono sposata con la musica, io voglio solo cantare e qualche volta ho pure pensato di ritirarmi: tutto il bailamme che c'è intorno a tutto ciò che faccio mi stancava e mi impauriva, così ho pensato di iniziare un'altra vita. Ora però ho preso la decisione definitiva: questo è il mio futuro». Senza dubbio anche questo concerto ha un futuro ben chiaro: e dall'11 luglio a Lucca fino all'Arena Flegrea di Napoli il 28 canterà queste 21 canzoni, da Amami all'ultimo bis La mia città, con un'orchestra mai dominante, con un chitarrista come Roberto Angelini che talvolta svisa alla maniera blues, e con un pubblico che commuove tanto è partecipe. «Non so dove sto andando ma sto andando», conferma quasi stravolta nei camerini: «Avrei potuto decidere di cantare i brani sempre allo stesso modo: e invece anche questo tour “Limited Edition” è il frutto di una esigenza continua di cambiamento. Perciò garantisco che nelle nuove date in autunno (il 14 novembre a Roma, il 24 a Torino e il 25 al Forum di Milano - ndr) cambierò di nuovo quasi tutto». Intanto questa estate sale sul palco sempre come se fosse l'ultima volta, spesso nervosa, qualche volta commossa (come alla fine qui a Verona quando chiede «Dov'è mia mamma, volevo dirle che tutto questo era per lei») e sempre capace di sublimare il suo xfactor in una nuova versione: da interprete straripante e talvolta troppo aggressiva a padrona di casa di uno show che potrebbe calzare a pennello anche in uno stadio tanto è scenograficamente complesso grazie al direttore musicale Davide Di Gregorio e a un palco nel quale, oltre ai megaschermi laterali, spiccano i simboli di uomo e donna come metaforici poli dell'amore: «Se fossi Papa anche solo per un giorno, legittimerei i matrimoni gay: la famiglia la fa l'amore, non il sesso», dice lei che, come tanti, non ha mai mezze misure ma, come pochi, sa prendersene le responsabilità.

E così, passata la grande paura del debutto in un posto pazzesco e invidiato in tutto il mondo come l'Arena, lei celebra il legame con l'agenzia live Friends & Partners di Ferdinando Salzano («Una famiglia di persone che credono nei sogni degli altri») e sale sul trampolino per l'estero. All'Arena è arrivato David Bisbal, che agli italiani per ora dice poco ma è un supertop nel mercato ispanico e qui ha duettato in Hombre de tu vida e poi nella versione spagnola di Amami (Amame) che farà da apripista al lancio in Spagna della versione del cd Schiena ricantata in lingua: «C'è ancora qualche incertezza perché alcuni autori delle canzoni non hanno dato l'ok per le versioni adattate, ma al limite aggiungerò altri miei successi oppure Resta ancora un po' (l'aveva scritto per Antonino Spadaccino, presente in platea - ndr)». In ogni caso, questo è il futuro.

Il presente è quello di una cantante che non si ferma, che ora attraversa l'Italia con uno show per niente facile e ricamato ogni sera da un ospite (in ordine di apparizione, Rufus Wainwright, Alessandra Amoroso, Fiorella Mannoia fino a Malika Ayane a Napoli, ancora incerto chi duetterà a Gallipoli) e che riesce a mettere sempre la propria faccia sotto l'occhio di bue. Sia quando ci sono gli applausi. Sia quando si rischiano i fischi. E, se c'è il Dna di un artista, forse è proprio questo.

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