Gli eroici butteri rimasti raccontati da un docu-film

Alessandro Sansoni

Non c'è bisogno di andare in Texas negli Stati Uniti, o nella Pampa argentina, per conoscere uomini che ancora oggi vivono in sella a un cavallo pascolando bufali, immersi nella natura e, nonostante la modernità, nell'avventura, come i cowboy dei film di John Wayne o degli spaghetti western di Sergio Leone. Basta recarsi nella Maremma toscana, a metà strada tra Roma e Firenze, dove ancora resistono gli ultimi epigoni di un antico mestiere italico, quello dei pastori di buoi a cavallo, che in quell'area prende il nome di buttero, ritratto nelle iconografie di fine Ottocento con indosso il caratteristico pastrano (simile al poncho sudamericano), in sella a stupendi esemplari di cavalli maremmani. A ricordarcelo è un docufilm uscito nelle sale il 21 giugno, distribuito dall'Istituto Luce Cinecittà, per la regia di Walter Bencini.

Gli ultimi butteri è la storia, girata ad Alberese, in provincia di Grosseto, degli ultimi uomini che praticano l'allevamento di bovini allo stato brado, forti del loro amore per una vita dura, ma in equilibrio con l'ambiente. Una tradizione da trasmettere a due giovani, soltanto uno dei quali, però, sarà in grado di impossessarsi del futuro di questo mondo antico e avvincente.

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