«Il fascismo era una forza rivoluzionaria»

«Il fascismo era una forza rivoluzionaria»

Pubblichiamo la seconda parte dell'intervista concessa da Renzo De Felice a il Giornale il 19 luglio 1975. Siamo nel pieno della polemica sul cosiddetto «revisionismo». La nostra testata, della quale De Felice fu collaboratore, ne prese le difese. Per tutta la settimana, rifletteremo sull'importanza e sull'eredità di questo grande storico.

Ma lei ha osato conferire a quelle velleità e a quei miti la dignità di «rivoluzione»: parola sacra, spendibile solo a Mosca, a Lisbona.«Che velleità e miti del fascismo avessero una prospettiva di tipo rivoluzionario mi sembra difficile da negare. Semmai il problema può essere posto sul carattere rivoluzionario o meno del regime. Io non ho detto che il regime fu rivoluzionario, nel senso che volesse produrre una rivoluzione radicale di tipo sociale. È un fatto però che anche a livello di regime il fascismo si servì, in funzione del proprio potere, di strumenti che non sono quelli dei regimi autoritari tradizionali. Questi hanno sempre teso a depotenziare le masse, il fascismo invece, sia pure strumentalmente, ha teso ad attivizzarle, a dare ad esse l'impressione di partecipare alla creazione di qualcosa di nuovo. Insegnare che il proprio dovere si compie anche facendo la guardia a un bidone di benzina ci fa ridere, ma è un modo di coinvolgere».Ma coinvolgere in che? Lei ha parlato di creazione di qualcosa di nuovo.«L'affermazione del fascismo di voler creare l'uomo nuovo, la società nuova, ha costituito un fatto importante ai fini del consenso che il fascismo voleva ottenere. Studiosi stranieri, come George Mosse, hanno messo bene in rilievo che la base della nuova società, dell'uomo nuovo, come venivano prospettati dal fascismo, per molti aspetti è tipica della realtà della società di massa. Da qui l'importanza delle motivazioni psicologiche, specie a livello giovanile.

Per molti, l'uomo nuovo rispondeva a una aspirazione indefinita ma reale al «recupero dell'uomo totale frantumato e alienato dalla società di massa»; alla ricostruzione di una serie di legami di appartenenza alla comunità che la società di massa aveva spezzato e che si cerca di recuperare».

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