Femmine contro maschi e la guerra (divertente) dei sessi

Gli uomini e le donne sono davvero così diversi? A questa domanda risponde Fausto Brizzi che, con Femmine contro maschi, realizza una divertente commedia

Femmine contro maschi e la guerra (divertente) dei sessi

Femmine contro maschi - che andrà in onda questa sera alle 21.29 su Canale 5 - è il film diretto da Fausto Brizzi nel 2011, nato come "costola" di Maschi contro femmine, uscito in sala l'anno prima. Femmine contro maschi va ad approfondire le storie e le disavventure dei personaggi secondari del primo film o rendendo secondari i protagonisti del primo capitolo.

Femmine contro maschi, la trama

Paola (Nancy Brilli) e Marcello (Claudio Bisio) hanno visto naufragare il loro matrimonio e, dopo il divorzio, si sono rifatti una vita. Una volta al mese, però, sono costretti a far finta di essere ancora una famiglia felice per venire incontro alla madre di lui, che soffre di cuore e a cui vanno risparmiate le brutte notizie. Quando però alla donna viene dato poco tempo da vivere, Marcello chiede a Paola di fare un enorme sacrificio: non solo fingere un po' più a lungo di essere ancora sposati, ma di aprire la porta della casa alla suocera, di modo che possa vivere con loro gli ultimi istanti della sua vita.

Intanto Anna (Luciana Littizzetto), raffinata e acculturata, scopre che il marito Piero (Emilio Solfrizzi) ha avuto un incidente che gli ha causato un'amnesia. Ad Anna viene dunque detto di "resettare" il suo sposo, di ricostruirlo, dal momento che l'uomo ha solo i ricordi precedenti al suo esame di maturità. Per Anna si presenta dunque la possibilità di plasmare suo marito, di farlo diventare l'uomo che ha sempre sognato e non il rude tifoso di calcio, senza buone maniere, con una passione per il tradimento. Rocco (Salvatore Ficarra) e Michele (Valentino Picone), infine, hanno un hobby sfrenato: suonano in una cover band dei Beatles. Un hobby che le rispettive mogli non gradiscono e che trovano soprattutto non adatto a uomini della loro età. Tra bugie e litigi, le due coppie dovranno trovare un modo per trovare un loro equilibrio.

Stereotipi nella guerra dei sessi

Se c'è un argomento che non va mai fuori moda e che trova sempre terreno fertile per costruirci sopra una storia è l'eterna lotta tra i sessi. Un argomento che il regista Fausto Brizzi ha deciso di affrontare con due pellicole corali: Maschi contro femmine e il successivo Femmine contro maschi. Si tratta di pellicole con un cast stellare, che offre il meglio del cinema italiano, e che puntano a raccontare le differenze tra uomini e donne usando lo strumento della commedia. Un po' come aveva fatto Luca Miniero con Benvenuti al sud, dove si affrontavano i pregiudizi che spaccano l'Italia in due, così Fausto Brizzi ha scelto di raccogliere i molti stereotipi che esistono tra uomini e donne, costruendoci sopra una pellicola che procede per episodi, dove ogni episodio è una storia di "lotta" tra uomini e donne. Il regista gioca molto sui luoghi comuni: da una parte, per il versante maschile, il film trabocca di calcio e di uomini che hanno la proverbiale sindrome di Peter Pan. Dall'altra le donne appaiono quasi sempre come frustrate che non sono in grado di godersi la propria vita perché troppo occupate a cercare di cambiare il proprio uomo per renderlo più simile a un ideale da "principe azzurro".

Un personaggio come quello interpretato da Luciana Littizzetto rappresenta il classico stereotipo di donna intellettuale e forse un po' snob che ha sposato un uomo troppo diverso da lei e che ora non vede l'ora di cambiarlo. Allo stesso modo, il personaggio di Emilio Solfrizzi rappresenta il "classico" italiano medio nell'immaginario collettivo: appassionato di calcio, amante delle belle donne e incapace di tenere a freno il suo bisogno di sentirsi una specie di playboy.

Femmine contro maschi non è un film che brilli per originalità e probabilmente non offre nulla di nuovo sul tema della lotta tra i sessi: il merito di Fausto Brizzi, però, è quello di aver reso divertente una guerra antica, insita nel DNA della società e della cultura italiana. Questo fa sì che gli stereotipi - che spesso sono tali proprio per la loro capacità di raccontare qualcosa di vero - vengano utilizzati come strumenti per far ridere lo spettatore e per intrattenerlo.

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