Festival di Sanremo, trionfa Diodato

All'Ariston il cantante vince con il brano "Fai rumore". Sul podio al secondo posto Gabbani e al terzo i Pinguini Tattici Nucleari

Festival di Sanremo, trionfa Diodato

Alla fine ha vinto Diodato con il brano “Fai rumore” (che ha preso anche il premio della critica), e in effetti per lui si tratta di una vera e propria consacrazione dopo anni di gavetta e successi a metà.

I finalisti erano Gabbani, Diodato, Pinguini Tattici Nucleari. Un terzetto accolto tra i fischi dell’Ariston perché il televoto (entrato in gioco soltanto nell’ultima serata) ha scompaginato le classifiche degli ultimi giorni.

In sostanza è stato un Festival estremamente in bilico fino all’ultimo perché anche il trio finale aveva caratteristiche completamente diverse. Gabbani fortissimo sul palco con questo brano intitolato Viceversa pieno di ossimori e calembour che è un unicum nella storia recente della canzone italiana. Diodato con un pezzo dalla vocalità strepitosa e un testo importante che si concentra sul bisogno, anzi sulla necessità di “far rumore”, di farsi sentire, di abbattere l’indifferenza e la solitudine tra le persone. Infine i bergamaschi Pinguini Tattici Nucleari, che hanno già esaurito due Forum di Milano in prevendita prima di annunciare la propria partecipazione al Festival. Il loro è un brano che, al di là della facilità del testo, ha comunque un risvolto sociale. È un elogio dello “staredietrismo” (per usare un modo di fare slogan tipico di Fiorello in queste serate), un riconoscimento a chi è Ringo Starr in un mondo che vuole essere Paul McCartney e John Lennon. La sublimazione del gregariato nel periodo di esaltazione del solismo e della solitudine.

In ogni caso il trio di finalisti era sostanzialmente imprevedibile prima di giovedì. I finalisti immaginati, sperati, invocati dal pubblico sui social erano altri. Irene Grandi, ad esempio, con un testo di Vasco Rossi, un ritorno atteso da anni e, tutto sommato, un brano dalle buone potenzialità rock e radiofoniche che invece è finito al nono posto. Anche Elodie veniva data per vincitrice o quasi, anche grazie a un brano dalle indubbie potenzialità radiofoniche. E Anastasio? Per molti sarebbe stata la sorpresa e invece si è classificato alla fine soltanto tredicesimo. Idem per Junior Callly, il cantante più chiacchierato nelle settimane precedenti a causa di testi di rara violenza e di difficile comprensione per chi non comprende o conosce l’universo rap.

Infine un pensiero a una delle vincitrici morali, ossia la scatenata Rita Pavone, diciassettesima, e ad Achille Lauro, che ha comunque vinto grazie anche alla capacità di cambiare look ogni serata e di trovarne sempre uno originale e sorprendente (per non parlare del bacio con il suo chitarrista Boss Doms).

Insomma un’edizione che ha funzionato, non soltanto per gli ascolti, ma soprattutto per la fedeltà al codice originario del Festival: intrattenere le famiglie italiane con la musica leggera.

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