da Los Angeles
Old Blue Eyes, occhi azzurri, The Chairman of the Board, l'amministratore delegato - della mafia italo-americana? - e soprattutto The Voice, La Voce. Frank Sinatra fu indubbiamente tutto questo: soprannomi non meno numerosi delle sue molteplici identità professionali: cantante, attore, playboy, produttore, impresario, faccendiere. Certo, mai tanti come i titoli delle sue indimenticabili canzoni, da New York, New York a One for the Road a Will You Change Partner . Il 2015 sarà un anno speciale per il defunto Sinatra, nato il 12 dicembre del 1915 ad Hoboken, in New Jersey, da famiglia di immigrati italiani, madre piemontese e padre siciliano, deceduto il 14 maggio del 1998 a Los Angeles. Un anno nel corso del quale verranno organizzati vari eventi in celebrazione del centesimo anniversario della nascita del grande cantante. HBO trasmetterà il documentario The Swinging, Controversial Life of Frank Sinatra , la NBC sta preparando Sinatra on Film , mentre Hollywood continua a parlare di un film biografico (Leonardo Di Caprio favorito al ruolo).
Il figlio del celebre divo, Frank Sinatra Jr., anche lui musicista e cantante, è diventato il guardiano dell'eredità artistica di Sinatra Sr. Sinatra Jr., in un nostro recente incontro, cita il film di John Ford L'uomo che uccise Liberty Valance , la storia della nascita di una leggenda in cui James Stewart, nel ruolo del vecchio politico, finalmente racconta la verità sull'origine del proprio mito di eroe. La verità è ben altra. «Alla fine il film salta al tempo presente e ci viene rivelata la verità su quest'uomo, sulla sua vita e la sua leggenda», dice Frank Sinatra Jr. «Ma il direttore del giornale che sta realizzando l'inchiesta dice: Quando la leggenda diventa un fatto, stampa la leggenda! Frase divenuta un motto. Anche mio padre divenne un motto. E mi ricorda molto il personaggio di Jimmy Stewart in quel film».
Cosa vuol dire il figlio, che Sinatra temesse il giudizio della storia? «No - risponde - non è proprio così. Papà sapeva di essere pieno di difetti, ed era molto attaccato alla vita: della leggenda non gliene fregava niente. Come vocalista era molto sicuro di sé: era cosciente della propria grandezza, non aveva dubbio di essere tra i migliori interpreti della musica popolare americana. Ma era terribilmente esigente sia con se stesso che con gli altri. Il suo perfezionismo divenne leggendario, questo sì!». Sinatra Jr., in occasione dell'anniversario del padre, presenta Sinatra Sings Sinatra , uno spettacolo in cui egli stesso ricorda la musica del padre. «Per me, rimane sempre la distinzione tra il Frank Sinatra che il mondo conobbe e quello dell'anzianità, che furono gli anni in cui ci avvicinammo di più e lavorammo insieme. A me piacciono gli ultimi suoi dieci anni come performer: non mi interessa molto la prima parte della sua carriera, il Rat Pack, le celebri mogli - quelle che seguirono mia madre, Nancy Barbato - l'eccessiva fama e ricchezza. A me piace il Frank 70enne, più legato alla famiglia, ai figli e alla vera musica. Il Frank Sinatra non più attore o sex-symbol, ma artista vero e innamorato della tradizione musicale di cui si sentiva tanto partecipe quanto artefice. Mio padre si era molto addolcito nei suoi ultimi anni. Andavamo molto d'accordo. E dirigere la sua orchestra nei suoi concerti era un'emozione ogni sera. Faceva venire i brividi anche a me quando cantava One for the road . La sua vita era il palcoscenico, ma ci teneva a condividere tutto questo coi musicisti delle sue big band».
Come avrebbe celebrato Old Blue Eyes i suoi 100 anni? «Non saprei - dice Frank jr -; ma so che gli sarebbe piaciuto vivere più a lungo, anche se se n'è andato
tranquillo e in pace con se stesso. Dovunque sia ora, temo però che starà ridendo di noi e dirà: Ma che ca..o state facendo, cristo santo? Andate tutti al diavolo! E io qui che come uno scemo ancora canto con la sua voce».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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