Il film del weekend: "Boston - Caccia all'uomo"

Un thriller di stampo documentaristico sull’attentato alla maratona di Boston. Teso, rispettoso e umanamente molto coinvolgente

Il film del weekend: "Boston - Caccia all'uomo"

"Boston - Caccia all'uomo", ultima fatica di Peter Berg (già regista di "Lone Survivor" e "Deepwater Horizon") è senza dubbio un film fortemente intriso di spirito americano, ma sarebbe riduttivo definirlo di genere patriottico perché è anche un'opera di stampo semi-documentaristico e un thriller asciutto condito di scene action.

15 aprile 2013. È il Patriot’s Day a Boston, il giorno in cui si tiene la maratona cittadina. A causa di una sanzione disciplinare, il sergente Tommy Saunders (Mark Wahlberg) è costretto a prestare servizio con la squadra incaricata della sicurezza nei pressi del traguardo. Tutto procede al meglio fino a quando il clima festivo è interrotto dall'esplosione di due bombe piazzate lungo la linea d'arrivo sulla Boylston Street. Tre persone restano uccise e oltre duecentocinquanta rimangono ferite. Nei successivi quattro giorni la città diviene blindata: è in atto una vera caccia all'uomo coordinata dall'FBI e che vede coinvolta l'intera cittadinanza. La tensione è ai massimi livelli perché si teme la presenza di altri ordigni esplosivi improvvisati. Trascorrono centocinque ore dal momento dell'attentato alla cattura dei terroristi.

La ricostruzione è fedele, curata sotto tutti i punti di vista, e la prima mezz'ora è dedicata alla conoscenza di una galleria di personaggi che saranno coinvolti nel tragico avvenimento. Sia sul versante delle vittime sia su quello degli aiuti, la cinepresa indugia e indaga su figure realmente esistenti. Il cast vede all'opera attori di prima scelta: J.K. Simmons nel ruolo di un sergente della polizia e John Goodman e Kevin Bacon, rispettivamente in quelli di un commissario e di un agente speciale dell'FBI. Soltanto l'agente interpretato da Wahlberg, attore originario di Boston, è opera di fantasia.

La pellicola procede seguendo diverse linee narrative, tante quante i personaggi o quasi, ed è questo puzzle di storie a donare ciò che sarebbe mancato alla mera ricostruzione dei fatti: edificanti esempi di umanità e civiltà. "Boston- Caccia all'uomo" presenta un intreccio interessante e riesce a tenere a freno la sua anima patriottica, fatta di scene con bandiere che sventolano e presidenti che parlano, perché la inserisce in un quadro aspro, dalla regia distaccata e rispettosa.

Protagonista del film non è l'atto terroristico ma la città: a rubare la scena è lo spirito aggregante ancorché silenzioso che permea le strade di una comunità ferita.

Le riprese sono mischiate con materiale originale e questo dona una potenza dirompente all'insieme. Nelle scene girate con la macchina a spalla l'esperienza è immersiva, l'orrore ad un passo e la tensione palpabile. Il contesto non è mai lacrimevole, si respira la dignità di tutti coloro che sono coinvolti nel fare del loro meglio, con spirito indomito e senso del dovere.


E' un film che colpisce forte dentro per il semplice motivo che, pur non mancando di intrattenere come farebbe un qualunque thriller, non lo è: omaggia persone reali, soccorritori e vittime, raccontando accadimenti che sentiamo sempre più vicini a noi.

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