A Hollywood continua a tirare aria di nostalgia e l'ultimo remake arrivato nelle sale è "Insospettabili sospetti", una versione attualizzata della commedia “Vivere alla grande” di Martin Brest del 1979.
Joe (Caine), Willie (Freeman) e Al (Arkin) sono tre grandi amici che hanno lavorato insieme per trent’anni e si ritrovano da un giorno all'altro ingiustamente privati della loro pensione. Prendendo spunto da un episodio accaduto a Joe e non avendo più nulla da perdere, decidono di organizzare una rapina in banca.
La regia di Zach Braff è fresca e la sceneggiatura, firmata da Theodore Melfi, ammicca all'originale ma prende una strada diversa andando ad agganciare problematiche contemporanee. Il film, la cui cifra è costantemente tragicomica, ha un dosaggio di paradosso e malinconia a dir poco perfetto, momenti in cui si ride di gusto ma una narrazione piuttosto prevedibile e mai particolarmente trascinante.
I protagonisti della pellicola originale, interpretati da George Burns, Art Carney e Lee Strasberg, nella rapina in banca cercavano un'esperienza vivificante mentre gli attuali si trovano costretti dalla necessità a compierla. Il pretesto narrativo della nuova versione è radicato nell'incertezza sul proprio futuro che oggi riguarda trasversalmente più generazioni e a diverse latitudini. Ma, fatta eccezione per la motivazione seria della rocambolesca impresa disperata, il resto del film è assai più scanzonato di quello di fine anni 70, il cui epilogo era in qualche modo tragico.
Morgan Freeman, 79 anni, Alan Arkin di 83 e Michael Caine di 84, hanno indubbiamente chimica tra loro e rendono molto credibile la storia di fratellanza sincera e solidale che sono chiamati a raccontare sullo schermo: il primo nei panni di nonno sensibile, il secondo in quelli di pessimista professionista e il terzo in quelli di un gentleman sotto sfratto.
Il motivo principale per cui accostarsi a "Insospettabili sospetti" rimane il poter godere della presenza in simultanea di questi tre grandi attori che mantengono dignità e charme anche alle prese con gag un po' scomposte.
Quanto ad appeal comico, però, vince su tutti il personaggio secondario col volto di Christopher Lloyd (famoso Doc di "Ritorno al Futuro") ossia lo stordito responsabile del centro anziani frequentato dai tre amici.
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