Un evento, ogni anno, molto atteso. E seguito, in maggioranza, da donne. Che osservano, commentano e approvano. Lo stile, la sfilata e la scelta di musica e colori. Lo show di Victoria's Secret, andato in scena a New York, l'8 novembre, tra scintillanti effetti scenici ed esposizione mediatica, si è portato con sé, come spesso accade, polemiche e interrogativi. Soprattutto sul corpo delle donne e sulla reticenza del marchio a essere più inclusivo.
Come riportato da D. di Repubblica in molti si sono accorti delle grandi assenti sul palcoscenico dell'evento. Forse perché, di fatto, non invitate. L'eclusione delle modelle curvy sul palcoscenico del défilé si fa sentire. Ogni anno. Sono in molti a credere che, la partecipazione di modelle più in carne ridefinirebbe l'ideale di bellezza proposto dal marchio. Ne è convinta anche Micherla Marzano, filosofa e docente all'Università Paris Descartes di Parigi, interpellata dal quotidiano.
Una scelta ormai "datata"
Nonostante la professoressa sia convinta della libertà di ogni marchio di promuovere il proprio ideale di bellezza, poiche "viviamo in un'epoca pluralista", da spettatrice però ritiene la scelta di quelle modelle "datata": "Ricordano molto le immagini degli anni '80/'90. Considero che la società è cambiata, che ci sono problemi supplementari, che ci sono delle battaglie che sono state fatte. Considero che ci sono determinati movimenti, determinate rivendicazioni, determinate prese di posizione da parte delle donne che, orami, hanno sempre di più la tendenza a valorizzare le proprie differenze. È come se questo marchio fosse rimasto fuori dalla storia degli ultimi 30 anni".
Il concetto di bellezza ora è plurale
Per la filosofa poi è difficile definire, oggi, un unico modello di bellezza ed è per questo che si tende ad "abbandonare gli stereotipi più rigidi": "Viviamo in un mondo dove le immagini sono talmente tante e talmente diverse fra loro che non credo si possa dire che esista un unico modello così definito come in altri periodi storici". E aggiunge che forse, a essere esplosa, è proprio la nozione di bellezza. "Da un punto di vista fisico è difficile mettersi d'accordo su determinati canoni", spiega Marzano, "Esistono bellezze e modelle definite curvy, di diverse origini etniche, diversamente abili. C’è una moltiplicazione tale di immagini che è difficile definire la bellezza in maniera unica. È un concetto che si è relativizzato. Il che non vuol dire che non esista più: ognuno mantiene un proprio gusto che aderisce a determinate immagini. Però sta scomparendo la tendenza a costruire la propria idea di bello su schemi definiti in maniera molto rigida. Le maglie del concetto di bellezza si sono molto allargate, quindi di fatto è diventata una nozione più inclusiva e forse è anche bene così visto che viviamo in un mondo che è sempre più diverso".
Un modello unico non fa emergere le peculiarità
Per Michela Marzano, quando a essere proposto è un modello unico c'è il rischio di conformarsi e di non ascoltarsi. "Tante volte, nel tentativo disperato di corrispondere a un ideale predefinito si mettono tra parentesi tutte le caratteristiche peculiari. I modelli sono stati, spesso, un freno all'emergere progressivo della propria specificità". Per la professoressa poi, finché ci sono stati "modelli rigidi" la tendenza è sempre stata quella di "colpevolizzarsi rispetto al modello". Per Marzano, invece, la possibilità di scegliere il proprio stile permette di "fiorire e affermarsi con più sicurezza".
I tentativi (falliti) di Ashley Graham
Ogni anno, la modella
Ashley Graham tenta di dare inizio a una tradizione diversa sul palco di Victoria's Secret. Ma nessuna celebre modella, considerata curvy, è mai riuscita a invertire la rotta del brand di intimo famoso in tutto il mondo.
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