First man - Il primo uomo è il film di Damien Chazelle che andrà in onda questa sera alle 21.21 su Canale 5 e che racconta la titanica e leggendaria impresa dell'astronauta Neil Armstrong, diventato famoso per essere stato il primo uomo (da qui il titolo originale first man) a camminare sulla Luna il 20 luglio 1969.
First man - il primo uomo, la trama
Basato sul romanzo di James R. Hansen e scritto da Josh Singer, First man - Il primo uomo racconta il percorso intrapreso da Neil Armstrong (Ryan Gosling) all'interno della NASA per riuscire a fare parte della missione che avrebbe portato l'uomo a camminare sulla Luna. Neil Armstrong è un uomo introverso, riservato, che ha il cuore spezzato dalla morte prematura della figlia, deceduta a soli due anni a seguito di un tumore al cervello. Per superare il lutto e il dolore che prova, l'uomo si butta a capofitto nel lavoro, mentre cerca anche di tenere a galla il suo rapporto con la moglie (Claire Foy). Assiste alle missioni fallimentari della NASA, come quello dell'Apollo 1, dove perde la vita l'amico Edward Higgins White (Jason Clarke) e lui stesso rischia di perdere la vita: ma niente di tutto questo lo allontana dal suo obiettivo. Neil Armstrong vuole salire sull'Apollo 11 e camminare sulla Luna.
Ecco come ha fatto il primo uomo ad arrivare sulla Luna
Una delle preoccupazioni maggiori del giovane regista Damien Chazelle era la verosimiglianza tra il film che stava girando e la realtà che voleva portare sul grande schermo. Secondo quanto riportato dal sito dell'Internet Movie Data Base il suo obiettivo fu raggiunto dal momento che Mark e Rick Armstrong dichiararono che First man - Il primo uomo fu il più accurato ritratto del padre Neil Armstrong. Ryan Gosling, che aveva già lavorato con Damien Chazelle in La La Land, riuscì dunque a restituire allo spettatore l'immagine di quest'uomo di poche parole, che non amava essere al centro dell'attenzione e che, al contempo, aveva l'ambizione a rendere concreto ciò che per altre persone rientrava nella sfera dell'impossibile. Come riporta il The Hollywood Reporter, Neil Armstrong iniziò la sua carriera studiando ingegneria aeronautica all'università di Purdue, in Indiana. Fu costretto a prendere una pausa dagli studi nel 1950 quando prese parte alla guerra di Corea, dove fu premiato con tre medaglie, dopo essere stato abbattuto mentre era in volo. Nel 1955 torno all'università e completò il suo percorso di studi, per poi lavorare come pilota fino al 1962, quando si unì agli astronauti della NASA.
Come racconta Britannica, il 16 marzo 1966 Neil Armstrong viene scelto come pilota in comando della missione Gemini 8 e, insieme al collega David R. Scott, aggancia il modulo Agena, completando la prima manovra di attracco spaziale. Tuttavia, a seguito di un malfunzionamento del propulsore, il veicolo su cui viaggiavano i due astronauti cominciò un movimento di rotazione incontrollata che li allontanò dal modulo Agena, rischiando di avere conseguenze tragiche. Neil Armstrong, però, non si fece prendere dal panico: riuscì a prendere di nuovo il controllo del velivolo e riuscì ad effettuare un atterraggio di emergenza nell'Oceano Pacifico. Una sequenza che viene mostrata abbastanza dettagliatamente in First man - Il primo uomo. L'anno successivo alla missione Gemini, Neil Armstrong affrontò un nuovo lutto. Il 21 gennaio 1967 morì l'amico Edward White insieme agli altri due piloti Virgil "Gus" Grissom e Roger Chaffee. I tre facevano parte della missione AS-204 rinominata solo successivamente Apollo 1. La missione aveva lo scopo di realizzare il primo volo di prova in orbita intorno alla Terra con un cosiddetto modulo di comando e di servizio con equipaggio. Il 21 gennaio doveva avere luogo la "prova generale" del lancio: tuttavia il modulo non volò mai. Durante l'esercitazione sulla rampa di lancio un incendio divampò all'interno del modulo, rendendo pressoché impossibile qualsiasi tentativo di salvataggio. I tre membri dell'equipaggio morirono intrappolati nell'incendio che non lasciò loro via di scampo.
La NASA, intanto, stava continuando la sua corsa alla conquista della Luna: la pressione della competizione russa, con l'Unione Sovietica che cercava di ottenere un risultato simile, spinse il governo degli Stati Uniti ad accellerare la corsa allo spazio. Un'ambizione che si sposò poi con quella di Neil Armstrong: l'uomo, infatti, dopo la perdita dell'amico nella missione Apollo 1 desiderò ancora di più che la sua missione sull'Apollo 11 fosse di successo. Il 16 luglio 1969, dunque, Neil Armstrong salì sull'Apollo 11 insieme a Edwin E. Aldrin Jr. e a Michael Collins. Il viaggio verso la Luna durò quattro giorni: il 20 luglio 1969 alle 16.17 secondo il fuso della costa est degli Stati Uniti Neil Armstrong guidò il modulo lunare Eagle sulla superficie lunare, vicino al Mare della Tranquillità. Alle 22.56 l'astronauta uscì dal modulo e toccò la superficie della Luna, pronunciando la famosa frase: "Un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigantesco per l'umanità."
Sempre Britannica specifica che gli astronauti rimasero sulla superficie lunare per 21 ore e 36 minuti sulla Luna, facendo fotografie e posizionando strumenti di rilevazione. Il 21 luglio i componenti della missione Apollo 11 ripresero il viaggio per tornare sulla Terra: atterrarono il 24 Luglio alle 12.51 p.m. nell'Oceano Pacifico. Successivamente passarono 18 giorni in quarantena per evitare ogni possibile contaminazione a causa di microbi lunari.
La carriera come pilota di Neil Armstrong finì poco dopo: nel 1971 lasciò la NASA e cominciò a insegnare ingegneria aerospaziale all'Università di Cincinnati, in Ohio. Lavorò anche nella National Commission to Space, che aveva il compito di scegliere gli obiettivi dei programmi spaziali degli Stati Uniti. Morì il 25 agosto 2012.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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