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Floreani, pittore astratto ma molto multidisciplinare

Emanuele Beluffi

«Misura e proporzione», questo dev'essere l'opera d'arte contemporanea, soprattutto nell'àmbito dell'Astrazione. Così Roberto Floreani mette il proprio suggello a un approccio «metateorico» all'arte. Pittura ma non solo: fisicità delle azioni teatrali e rigore critico della produzione saggistica. Biennale di Venezia-Padiglione Italia, Palazzo Te a Mantova, Fondazione Re Rebaudengo di Torino, antologica alla gran Guardia di Verona, personali in Europa e acquisizioni in importanti collezioni. Floreani è l'artista della Città ideale, ovvero, per chiosare Angelo Crespi, «la centralità della pittura nell'ambito del contemporaneo», ovvero il grande «affresco sull'eterno ritorno della pittura nella storia e «la rilevanza espressiva riferibile alla Bellezza, alla Misura e alla possibilità che l'opera d'arte possa contenere anche un messaggio di natura spirituale».

Caratteristica essenziale del suo lavoro è l'impiego di una materia esclusiva applicata per stratificazioni e combinazioni di linee curve e strutture circolari, pattern geometrici e ricerca di tonalità cromatiche: Flatlandia, verrebbe da dire pensando al reverendo Edwin Abbott. Floreani pittore astratto sicuramente, ma multidisciplinare.

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