Innanzitutto i capelli li ha tagliati, perché non poteva certo arrivare al suo primo live mantenendo l'ardita promessa di tenersi a distanza dal parrucchiere. Il suo «Insieme Tour» dovrebbe partire a metà maggio da Torino e non è il caso di salire sul palco da uomo di Cro-Magnon. La simbolica sfida al Covid era affascinante ma la tricologia non è un'opinione. Francesco Renga dovrebbe depositare in Siae anche il sorriso, tanto questo è capace di illuminare lo schermo e, di conseguenza, il pubblico.
Di questi tempi ce n'è bisogno e la canzone che il cantautore e ex (ma davvero ex?) rocker bresciano porterà al suo ottavo Festival di Sanremo da solista Quando trovo te, un brano agile e per la prima volta non una ballad ne è un manifesto. «Canto di oblio salvifico e di ricordi custoditi, che ci proteggono dal caos delle nostre esistenze e ti portano avanti. Le piccole cose: lo sguardo dei miei figli e della mia compagna, il profumo della cena in cucina, ciò che ho imparato a riconoscere quando il mondo si è fermato. L'ispirazione è nata aprendo i classici scatoloni di un trasloco in una nuova casa, alla vigilia del lockdown 2020 spiega Renga . Per me questo Festival segna il ritorno al lavoro, è la vera ripartenza. Tanto che non ho un album da parte, sto scrivendo nuovi brani solo ora, dunque sono totalmente concentrato sull'Ariston e su questa mia canzone scritta con Roberto Casalino e Dario Faini». Ed è un Sanremo per forza diverso. «Speriamo resti l'unico nel suo genere così, senza pubblico, in questo periodo assurdo. Ma il festival è imprescindibile, e se va come deve andare potrà essere un simbolo di ripartenza per tutto il paese, perché qui si gioca, certo non si viene a cambiare il mondo, eppure con la musica si dà speranza alla gente».
Francesco Renga ha idee precise su ciò che ci sta succedendo e, al suo naturale ottimismo per il futuro, accosta l'amarezza per il presente: «Dicevano che nessuno sarebbe rimasto indietro, ma se guardo al mio mondo musicale vedo tanta, troppa gente in difficoltà, gli addetti ai lavori, alcuni dei quali con gioia finalmente vedrò al Festival». Nei giorni più bui, Renga ridedicò Angelo (vincitrice Sanremo 2005) alla sua Brescia. «Cercavo di risollevare la mia gente, anche se so che un bresciano lo trovi in ginocchio solo se sta raccogliendo funghi».
Sul palco dell'Ariston Francesco Renga sarà un veterano: nuovi e giovani volti del rap gli ricorderanno quanto il Festival stia cambiando in questi anni: «È una cosa molto bella rivela il cantautore ex Timoria . E poi mi sono fatto dare delle dritte da mia figlia Jolanda. Al mio primo Sanremo anche io ero sui vent'anni ma ero tra le Nuove Proposte, questi invece figurano tra i big. Anche questa è una rivoluzione.
Se ho consigli per loro? Che giochino, che non perdano la scheggia di follia e incoscienza. Certo, la 71esima edizione sarà tutta albergo e Ariston: «Mancheranno le feste e i selfie coi fan», conclude Renga che ammette: «Mi sono portato un sacco di libri da leggere».
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