Una mafia che rompe gli schemi della mafia, a partire dall'ambientazione, nel Nord Italia. Una mafia ormai del tutto sgominata, formata ai tempi da un gangster imprenditore, che vive il mito del successo. Che crede di poter controllare tutto con colpi perfetti senza spargere sangue. Che in realtà finisce per coinvolgere vittime innocenti e portare a termine decine di omicidi.
È la trama di Faccia d'angelo, miniserie realizzata da Sky, che racconta la storia della Mala del Brenta, capeggiata da Felice Maniero, nella fiction "Il Toso" Elio Germano. Una fiction pensata non tanto come un biopic, basato sul libro scritto da Maniero, ma più che altro come una rivisitazione, non necessariamente aderente al 100% alla realtà dei fatti.
"La nostra è una storia romanzata, un personaggio creato su come la gente ricorda Felice Maniero", dice Germano. Ed è proprio questo aspetto ad avere suscitato qualche polemica. È lo stesso Felice Maniero a dire che, giudicando dai promo televisivi, il lavoro di Sky stravolgerebbe eccessivamente la realtà.
La miniserie, dice al Gazzettino, non descriverebbe realmente "come si comporta un malavitoso". Sarebbe piuttosto "una misera fiction per fare cassetta", che stravolge realtà e libro che l'ha ispirata. Maniero non punta il dito direttamente contro il film ma se la prende piuttosto con il messaggio veicolato. "Quello che voglio evitare - spiega - è che i giovani siano affascinati dalla delinquenza".
"La delinquenza è una trappola infernale e lo dico io che apparentemente sono uno di quelli che se l’è cavata", sottolinea l'ex malavitoso, che aggiunge: "Comandavo più di trecento persone e l’unico
che ha guadagnato soldi sono stato io. Tutti gli altri sono in galera, vecchi, distrutti, disperati. Oggi più di ogni altra cosa cancellerei il momento in cui ho voluto diventare un boss".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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