GF14, Luigi Tuccillo: "Giocatore per mio fratello Peppe"

Luigi Tuccillo, eliminato ieri sera al Grande Fratello 14, si racconta: il gioco, il forte legame con il fratello Peppe e le dinamiche con gli inquilini della casa di Cinecittà

GF14, Luigi Tuccillo: "Giocatore per mio fratello Peppe"

Luigi Tuccillo ha perso ieri al televoto nella puntata settimanale del Grande Fratello 14. È stata per molti una sorpresa, non solo perché il suo avversario era Diego Ianniello, entrato in casa a giochi già nel vivo, ma soprattutto perché il giovane partenopeo aveva superato brillantemente molti altri televoti.

Luigi, cosa l'ha penalizzato, secondo lei, agli occhi del pubblico?

"Nulla, nel senso che è una questione di numeri e di tempo. Ho sempre vinto al normale televoto, ma ieri non ero in condizione di essere votato in maniera adeguata. Ero convinto, lo scorso giovedì, che il televoto fosse già partito, e invece è durato solo una ventina di minuti nella diretta del primetime. Venti minuti contro 14 giorni chiuso in garage sono stati la differenza. Il televoto di una settimana consente a una persona del pubblico di dare molti voti alla stessa persona che non venti minuti."

È più importante vincere o l’esperienza del reality in sé?

"Io non nego di essere un giocatore, uno stratega perfino in alcune circostanze. Per di più ho dovuto esserlo, perché mio fratello Peppe è stato tradito alla prima nomination. Il tradimento è arrivato da Simone Nicastri: eravamo tutti d'accordo, ma Simone si è organizzato diversamente e Peppe è andato in nomination. Non avevo questa grande voglia di vincere all'inizio, volevo piuttosto aiutare Peppe a vincere, perché era da sempre un suo sogno, tanto che quando è uscito mi sono demoralizzato, ma è stato sempre mio fratello a incitarmi e sono andato avanti."

Quando è uscito suo fratello, cos’ha provato?

"Mi sono sentito in colpa. Non me l'aspettavo. Peppe è più grande di me e non avrebbe permesso che andassi per primo al televoto. Quando poi il Grande Fratello me l'ha fatto incontrare di nuovo e lui mi ha rassicurato, ho capito: dovevo affrontare il gioco per lui."

Lei è stato molto attaccato dai coinquilini, perché?

"Io l'ho vissuto come un complesso di inferiorità, dal punto di vista dell'educazione e culturale. Sono stato in difficoltà di fronte a modi volgari e maleducati, tanto che ho cercato inizialmente di tenere i toni bassi, ma hanno confuso la mia educazione con falsità e debolezza. E allora ho dovuto tirare fuori i denti."

Chi vorrebbe vincesse?

"Spero che

vinca Rebecca De Pasquale, lo apprezzerebbe e forse ne avrebbe bisogno. È umile, matura. O anche Domenico Manfredi, l'ho sempre considerato amico e giocatore leale. Manfredi è un mix di gioco, strategia e simpatia."

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