Come sono belle e stuzzicanti quelle parole: «digital media company», «generatore di contenuti», «motore dell'innovazione», e ancora «universalità, indipendenza, pluralismo, responsabilità, innovazione ed eccellenza», «lancio di canali in Hdr», «sviluppo delle reti Ip...». Tutte «linee guida» del nuovo piano industriale proposto dal dg Antonio Campo Dall'Orto e approvato l'altro ieri dal cda Rai. Ma tutti questi bei propositi come si traducono sul telecomando? Ah, saperlo, perché finora di cambiamenti nei programmi se ne sono visti ben pochi... E i palinsesti autunnali, vero banco di prova della nuova dirigenza, sono ancora in fase di preparazione. Si sa che «Raiuno dovrà essere una rete universale, Raidue un canale giovanile e trasgressivo, Raitre dovrà avere linguaggi innovativi e immagini artisticamente valide...». Parole altrettanto fumose. In più sono messi al bando la cronaca nera nei talk del pomeriggio e i programmi di «emotainment», cioè quelli che puntano troppo su emozioni e sentimenti. Insomma su Raiuno non ci sarà più spazio per trasmissioni simili a Ti lascio una canzone con i bambini cantanti (il massimo dello show strappalacrime), Il dono o Così lontani, così vicini.
Dunque, allo stato attuale, per ottobre resta in gioco solo Tale e quale show, ben rodato e di sicuro successo, nato e cresciuto nelle vecchie gestioni. Rischiatutto invece si gioca tutto tra ieri e stasera: se le due serate di prova andranno a meraviglia magari a ottobre sarà tenuto sul primo invece che sul terzo canale. Domenica In, già epurata dai particolari più agghiaccianti su delitti e crimini, da settembre dovrebbe esser rivoluzionata. Si vocifera che Massimo Giletti (nonostante le indiscrezioni che lo volevano in trasferta a Mediaset) resti ancora un altro anno e che a lui venga affidato l'intero o gran parte del pomeriggio domenicale: del resto il suo segmento L'arena ottiene sempre grande successo.
Per quanto riguarda i talk pare che Bruno Vespa (nell'occhio del ciclone per l'intervista al figlio di Riina che ha creato tante polemiche) perda una delle sue quattro seconde serate (decurtazione di cui comunque si parla da anni), che sarà affidata a giornalisti come Duilio Gianmaria o altri colleghi. Si è ipotizzato pure un ritorno di Lilli Gruber, addirittura nella fascia oraria dell'access prime time, alle 20,30, dove ora vanno in onda i pacchi (Affari tuoi), magari con l'idea di metterci un approfondimento come ai tempi di Enzo Biagi. Ma da La7 si smentisce prontamente un possibile passaggio. Più ghiotto sarebbe il «boccone» Maurizio Crozza, ma la rete di Cairo se lo vuole tenere ben stretto. Mentre sul fronte fiction, la cassaforte della tv di Stato, si sta lavorando a mega produzioni internazionali come I Medici e la serie Suburra, realizzata con Netflix.
Il secondo canale probabilmente perderà Made in Sud, lo show di comicità napoletana di un certo successo che non piace alla neo direttrice Ilaria Dallatana, ma di certo non rinuncerà a Pechino Express, reality di punta della rete negli ultimi anni nonché di produzione della Magnolia, società fondata dalla neo direttrice. Per Raitre uno dei nodi principali è Ballarò, il talk che ha sofferto sotto la conduzione di Massimo Giannini che probabilmente a fine stagione non sarà confermato: si cercherà il successore. Saldi ai loro posti Gabanelli, Sciarelli e Annunziata. Sempre sul fronte informazione, la caccia ovviamente è ai nomi dei giornalisti che andranno a sostituire Marcello Masi al Tg2 e Bianca Berlinguer al Tg3 (che pare resti nella fascia notturna). Sembra invece resti al suo posto Mario Orfeo al Tg1.
Diventerà una vera e propria rete (non solo notiziari a ripetizione) RaiNews24, capitanata da Antonio Di Bella che si ritaglierà anche un suo programmino quotidiano, Telegram, alle 19,30, di commento alla giornata. Oltre alla sforbiciata alle numerose edizioni dei telegiornali, prevista anche la riduzione delle reti sportive da due a una. Ovviamente dopo gli Europei di calcio e le Olimpiadi di giugno e luglio.
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