Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Vale per gli uomini o le donne, come canta Venditti, ma vale anche per le fiction televisive a giudicare dalla popolarità riscossa da “Anni ’50” di Carlo Vanzina e firmata Mediaset. Sul popolare social TikTok, una delle scene con Giovanna Rei nel ruolo di Carmela innamorata di Ciro (Andrea Piedimonte) e pubblicata sulla fan page dell'attrice - ha ottenuto in pochissimo tempo più di mezzo milione di visualizzazioni, migliaia di like e centinaia di commenti. “Adoravo questo film… che ricordi. Avevo 5 anni”, dice un follower. “Bellissima serie, la rivedo sempre con piacere”. Dopo “Anni ‘50”, Giovanna Rei è stata protagonista di molte serie tv quali "La piovra 9", "Il bello delle donne", "Elisa di Rivombrosa", "Sotto copertura", "Don Matteo 10", ma resta legata a quella sua interpretazione che non solo l'ha lanciata negli anni Novanta ma l'ha aiutata a elaborare il dolore per la perdita di sua sorella. “Carmela è, inconsapevolmente, un omaggio a lei: a Imma. Era lei in tutte le sfumature, dall'energia all'impulsività, alla simpatia e all'allegria”, dice.
Che effetto le fa aver spopolato su un social "così giovane"?
“Sono davvero stupita di questo gap generazionale che hanno creato i social in particolare TikTok. È notevole, al pari degli analfabeti di inizio secolo con gli alfabetizzati. Molto è frutto della globalizzazione geografica e sociale per cui sono un po' distante e guardinga da questo mondo social che ha sdoganato la recitazione e il doppiaggio talvolta ben fatto. Ha dato una svolta al senso del ritmo e del movimento armonioso. Insomma, molti ex pezzi di legno si sono ravveduti e tanti talenti manifestati. Resta comunque un mondo affascinante che intendo esplorare e riguardo alla sensazione provata per le numerose visualizzazioni mi sento lusingata, specie perché i commenti arrivano da ragazzi e ragazze che all'epoca erano molto piccoli”.
Un ricordo sul set di Anni 50?
“Abbiamo girato a Capri e già è stato bellissimo ed ho un sacco di ricordi legati all'attore Enzo Cannavale nel ruolo di Don Peppino, ai fratelli Vanzina (in particolare a Carlo) e Ezio Greggio che era un maresciallo dei carabinieri giunto sull'isola da Bassano del Grappa. Con me sono stati tutti molto affettuosi e soprattutto mi stimavano come attrice. "Anni '50" è stato poi legato a una misteriosa magia. Avevo da poco perso mia sorella ed io stavo cercando, attraverso la recitazione, la vita degli altri - parlo dei personaggi da interpretare - di attutire quel dolore immenso che ancora non mi abbandona. La nostra psiche è complessa, talvolta trova la via d'uscita attraverso l'inconscio ed io per non lasciarla del tutto andare, avevo trovato un modo: quello di acquisirla e di farla vivere attraverso me. È tutto molto difficile ma poi col tempo mi è divenuto chiaro. Carmela è, inconsapevolmente un omaggio a lei, a Imma. Era in qualche modo lei. Non intendo trasmettere tristezza, ma il mio è un messaggio di speranza per tante persone che stanno vivendo o hanno vissuto un dolore simile. La chiave è sempre l'amore in ogni sua forma”.
Come gestisce i complimenti legati alla bellezza?
“I complimenti legati alla bellezza sono indubbiamente piacevoli. Io però ho sempre puntato sul pacchetto completo, non mi sono accontentata del regalo divino e gratuito. Ho badato alla forma, all'educazione, alla formazione culturale e ovviamente non mi sono e non mi faccio mancare quel senso di ribellione che scatta quando ti senti offesa e sottovalutata... always respect!”
Che rapporto ha con il mare di Napoli, la sua città?
“Il mare? È buffo, mia madre mi racconta che sono stata concepita al mare, quindi l'illusione di essere un po' sirena ci sta sempre. (E ride). Il mare è terapeutico, produce endorfine e dopamina. Un vero toccasana. Aprire gli occhi al mattino e guardarlo mentre faccio colazione non ha eguali”.
Prossimamente, la vedremo nel film “Quel posto nel tempo” accanto a Leo Gullotta. Ci può anticipare qualcosa sul suo personaggio e sul tema narrato?
“Il tema del film è tosto, l'alzheimer che ha toccato e tocca moltissime famiglie. Un film che fa riflettere, che entra nella mente dell'ammalato stesso e che fa vedere cosa prova il suddetto nelle fasi iniziali di questa terribile malattia. Si sta tra l'impossibilità di arrestare il repentino deterioramento della memoria ed esserne consapevole, fino a raggiungere la fase delete. Io sono Amelia, la moglie dell'ammalato (Leo Gullotta che Mario, un direttore di orchestra in pensione che trascorre i suoi giorni in un resort di lusso nel sud dell'Inghilterra). Un film intenso, ma credo sia anche compito del cinema quello di lasciare qualcosa. Poi abbiamo girato a Napoli e questa cosa mi ha emozionata”.
Cosa sogna per il futuro?
“I
sogni sono tanti, personali e lavorativi. Una cosa, anche se piuttosto improbabile, potrebbe essere il seguito di "Anni '50". Sarebbe meraviglioso per tanti motivi e perché è stato girato nella mia isola del cuore”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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