Harry Potter e i doni della morte: l'imbroglio per aggirare la censura

Harry Potter e i doni della morte - Parte 1 è il penultimo capitolo della saga di J.K. Rowling che ha dovuto mettere in atto un piccolo "imbroglio" per aggirare la censura

Harry Potter e i doni della morte: l'imbroglio per aggirare la censura

Harry Potter i doni della morte - Parte 1 è il penultimo capitolo della saga cinematografica dedicata al mondo creato da J.K. Rowling. Il film, che andrà in onda questa sera alle 21.20 su Italia 1, segue - più o meno fedelmente - i fatti della prima metà dell'ultimo libro della serie letteraria. Come moltre altre saghe, infatti, anche quella di Harry Potter ha subito un trattamento tipico di Hollywood: prendere il libro finale di una saga e tagliarlo in due film, spesso allungando inutilmente il brodo.

Harry Potter e i doni della morte - Parte 1, la trama

Dopo i tragici eventi accaduti alla fine de Il principe mezzosangue, Harry (Daniel Radcliffe) sa di non poter tornare alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Non solo perché senza Albus Silente non avrebbe senso, ma soprattutto perché ora il giovane mago ha una missione ben più importante. Deve, infatti, cercare e distruggere gli Horcrux, oggetti pieni di magia oscura che Lord Voldemort (Ralph Fiennes) ha costruito perpetrando omicidi e nascondendovi all'interno parti della sua anima, di modo da rendersi pressoché immortale.

Accompagnato dai fedeli amici Ron (Rupert Grint) ed Hermione (Emma Watson), Harry dovrà superare non pochi ostacoli per cercare di avere la meglio sui suoi nemici. Tra infiltrazioni al ministero, fughe di draghi, torture e il potere sempre più forte di Mangiamorte e alleati del Signore Oscuro, Harry dovrà anche affrontare di nuovo la perdita di una persona a lui molto cara.

Ecco come è stata aggirata la censura

La saga di Harry Potter è sempre stata una saga destinata e pensata per un pubblico giovane, in cui spettatori più adulti - e magari appassionati prima della saga letteraria - erano affiancati da bambini interessati alla magia ma forse un po' troppo suscettibili alla svolta oscura che i film hanno via via portato in primo piano, a partire dal quarto capitolo, Il calice di fuoco. Questa presenza di una doppia fascia anagrafica di spettatori ha fatto sì che la produzione dovesse sempre stare attenta sia ad accontentare chi aveva letto i libri e si aspettava soprattutto determinate scene, anche molto forti, sia ad aggirare il tipo di censura che i film avrebbero potuto ottenere se avessero mostrato scene non adatte invece a un pubblico molto più giovane.

Una dualità, questa, che in Harry Potter e i doni della morte - Parte 1 è salita ancora più in superficie, quasi "costringendo" la Warner Bros. ad aggirare il problema con un piccolo imbroglio. Dopo la scena della fuga rocambolesca dal Ministero della Magia, Hermione si trova a dover curare una ferita grave di Ron. Le sue mani, dunque, si sporcano del sangue dell'amico. Nella scena successiva la maga alza le mani e la bacchetta per lanciare un incantensimo protettivo alla zona circostante. In questo caso i suoi palmi sono ancora macchiati di sangue. Come viene riportato dal sito dell'Internet Movie Data Base, però, questa stessa scena è stata "manomessa" nel trailer.

La spiegazione di questo "imbroglio" è data da Cineblog, in cui si legge: "La Motion Pictures Association of America, che si occupa di distribuire i trailer del film in uscita, è molto rigida sulle regole da seguire. La prima regola, che va severamente rispettata, è creare dei trailer che siano visionabili da tutto il pubblico, bambini compresi. Quindi niente sangue. È questo il motivo della versione 'meno splatter' del trailer dell'ultimo capitolo di Harry Potter".

Inoltre, sempre secondo IMDB, la scelta di rimuovere digitalmente il sangue dalle mani di Hermione nel trailer è stato fatto proprio per far sì che la censura di Harry Potter e i doni della morte - Parte 1 rimanesse un PG13, formula che indica un film che può essere visto dai tredici anni in su. Questo avrebbe garantito a Warner Bros. e alla sua saga di avere comunque un largo pubblico e grandi incassi.

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